Sfuma un accordo che avrebbe portato alla creazione della seconda più grande banca tedesca con asset per 785 miliardi di euro, 1.000 filiali e 48.000 dipendenti
Va in fumo una possibile fusione tra UniCredit e Commerzbank. Le due banche stavano infatti per avviare trattative per un’operazione straordinaria ma la guerra ha stoppato di fatto qualsiasi scenario di M&A. A rivelarlo è oggi il Financial Times secondo cui all’inizio dell’anno l’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, aveva pianificato discussioni informali con il suo omologo di Commerzbank, Manfred Knof, su una potenziale combinazione della controllata tedesca HypoVereinsbank con la seconda banca tedesca.
Ma prima che potessero essere messi a punto i dettagli, la Russia ha invaso l’Ucraina e UniCredit ha deciso di gestire la propria esposizione verso Mosca prima di procedere a operazioni di M&A. Aveva ben altro di cui occuparsi: dallo scoppio del conflitto UniCredit ha infatti perso più di un terzo del proprio valore di mercato e Commerzbank è scesa del 26%. La banca di piazza Gae Aulenti ad oggi sta valutando l’uscita dalla Russia e ha rivelato che rischia di perdere 5,3 miliardi di euro sul business nel peggiore dei casi.
E pensare però che un accordo con Commerzbank avrebbe portato alla creazione della seconda più grande banca tedesca con asset per 785 miliardi di euro, 1.000 filiali e 48.000 dipendenti, secondo i calcoli dell’FT.
UniCredit aveva già esplorato l’opzione Commerz nel 2019 come alternativa al legame successivamente tramontato di Commerzbank con Deutsche Bank. Le voci di un avvicinamento non sono quindi nuove e a fine 2021 il settimanale tedesco Spiegel aveva sollecitato proprio Orcel sul questo possibile merger. Il banchiere si era limitato a dire che Unicredit avrebbe valutato in futuro le opzioni di M&A. Ma poi la guerra ha fermato tutto, come a dire che questo accordo non s’ha da fare.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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