Il voto dell’assemblea di JP Morgan non è vincolante e Dimon ha già ottenuto l’importo di oltre 84 mln, il doppio del 2020
E’ bufera sui maxi stipendi Usa. Gli azionisti di JP Morgan Chase si sono opposti a un bonus di circa 50 milioni di dollari per l’amministratore delegato Jamie Dimon e hanno votato contro il piano di remunerazione della banca che prevede in totale anche 201 milioni per i 6 manager top. Solo il 31% degli azionisti si è espresso a favore dei piani salariali all’assemblea annuale.
Il voto non è vincolante poiché Dimon, 66 anni e ceo dal 2006, ha già ricevuto la paga ed è improbabile che restituisca il premio, ma è un segnale importante di critica verso i maxi stipendi. Basti pensare che la banca a gennaio ha rivelato che a Dimon sono stati pagati 34,5 milioni di dollari per il suo compenso del 2021, tre milioni in più del 2020. Sommando il bonus arriva ad oltre 84 milioni, oltre il doppio di quanto ottenuto nel 2020, e questo lo ha reso tra i ceo più pagati nell’S&P 500 dell’anno.
Un fatto però è innegabile: sotto la sua guida JP Morgan Chase ha attraversato la crisi dei mutui subprime del 2008 ed è diventata la principale banca statunitense.Proprio lo scorso anno la banca Usa ha registrato un utile netto di 48,3 miliardi di dollari, in aumento del 66% rispetto all’anno precedente e un terzo in più rispetto al suo record.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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