Secondo la Bce i tassi d’inflazione rimarranno molto alti nel breve termine
«Le prospettive di crescita dell’area euro per il terzo trimestre sono ancora relativamente positive grazie alla spinta del turismo e nonostante l’incertezza creata dalla guerra, il peggioramento della fiducia, i rialzi dei prezzi energetici e i contraccolpi al commercio globale dai lockdown in Cina». Lo si legge nei verbali della riunione della BCE del 13-14 aprile (guarda qui), dai quali emerge un certo dissenso tra i banchieri centrali in merito alla velocità con cui ritirare lo stimolo monetario messo in campo durante la pandemia. I banchieri hanno infatti evidenziato che “attualmente la politica monetaria contribuisce ancora a stimolare l’economia poiché i tassi di interesse reali sono rimasti in territorio profondamente negativo“.
In base alle minute della riunione anche la valutazione per il quarto trimestre resta positiva e “finora la valutazione è che la guerra porterà a un temporaneo rallentamento della crescita, ma non a un ridimensionamento persistente“.
Sempre nello stesso Consiglio direttivo di aprile la Bce rileva che gli sviluppi economici più recenti suggeriscono che i tassi d’inflazione rimarranno molto alti nel breve termine. A questo proposito ci sono stati una serie di fattori che rendono l’inflazione più persistente di quanto previsto in precedenza. Il primo riguarda i prezzi alla produzione nell’area euro, che sono aumentati di oltre il 30% a gennaio, un massimo storico. Un secondo fattore è legato ai salari. Finora, solo un piccolo numero di contratti salariali è stato rinegoziato da quando l’inflazione ha iniziato a salire.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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