Secondo il Fmi l’economia italiana si trova ad affrontare venti contrari dalla guerra e dall’aumento dell’inflazione
«L’economia italiana si trova ad affrontare venti contrari dalla guerra e dall’aumento dell’inflazione. Nonostante i segnali di resilienza, la crescita è attesa rallentare ma presenta rischi al ribasso». Lo scrive il Fmi nel rapporto periodico sulll’Italia, ammettendo che come i suoi partener europei anche l’Italia si trova ad affrontare “formidabili nuove sfide economiche“.
La crescita annua è stimata attestarsi su livelli più moderati, circa il 2,5% nel 2022 e l’1,75% nel 2023. L’inflazione media annua è attesa raggiungere un picco del 5,5% quest’anno. Nel medio termine si prevede che la crescita si stabilizzerà poco sopra l’1%, grazie alla continua spesa relativa al PNRR e alla moderazione dei prezzi delle materie prime.
Secondo il Fondo è necessaria una strategia credibile su due fronti per ridurre significativamente, anche se gradualmente, gli elevati deficit e debito nel medio termine.
Sul fronte lavoro il recente rafforzamento dei requisiti del Reddito di cittadinanza sono uno step gradito, ma “per evitare dipendenza dal welfare e disincentivi al lavoro, il meccanismo di ritiro del beneficio in base al reddito da lavoro dovrebbe essere graduale mentre il livello del beneficio è elevato rispetto al costo della vita in alcune parti del Paese”.
Quanto al superbonus al 110% rafforzare i controlli esistenti “limiterebbe i rischi di superamento delle spese che potrebbero verificarsi a causa della domanda molto elevata“, afferma il fondo. Invece sulla tassa sugli extra profitti “per evitare distorsioni involontarie, l’imposta sugli utili inattesi delle società energetiche dovrebbe basarsi sull’intera gamma di elementi che determinano i loro
profitti“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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