Al Salone del Libro di Torino l’analisi sul settore editoriale che ha avuto l’espansione più forte di sempre
Il mercato del fumetto è un settore dell’editoria in forte espansione: secondo i dati resi noti al Salone del Libro dall’Aie, Associazione italiana editori, dal 2020 al 2021 il numero di titoli pubblicati è aumentato del 19,1%, passando da 2.748 novità a 3.272. Grande crescita anche nel catalogo: tra il 2019 e oggi i titoli a stampa in catalogo sono passati da 30.127 a 33.078 con un aumento del 9,8%. Nello stesso triennio è quasi raddoppiato il numero di ebook, arrivando al +97,6%: dai 658 titoli del primo anno di confronto si è passati a 1.300 libri elettronici lo scorso anno.
Nella classifica dei libri più venduti sono entrate le graphic novel: i risultati positivi del 2021 sono stati confermati dal primi quattro mesi del 2022. Secondo i dati Aie si è passati da 304 titoli nel 2001 a 3.272 nel 2021.
Il lettore tipo del fumetto si avvicina molto al lettore forte, anzi spesso sono due figure che si equivalgono: c’è tanta voglia di fumetto, ci sono tanti lettori di fumetto e l’età media è molto più bassa rispetto a qualche anno fa. Stanno cambiando i target e questa tendenza è abbastanza clamorosa perché negli ultimi anni non si è mai parlato di nessun settore che ha avuto una così rapida espansione in così poco tempo.
Secondo l’Aie uno dei fattori principali di questo sviluppo è il tipo di linguaggio: «se andiamo ad analizzare come si legge su internet è una commistione tra testo e immagine, immagine che racconta delle cose. Il fumetto ha inglobato qualunque comunicazione: è il linguaggio più contemporaneo in assoluto oggi, il linguaggio contemporaneo con cui si esprimono tutti i ragazzi è una commistione tra testo e immagini», ha spiegato Giovanni Peresson di Aie.
Sono intervenuti Claudia Bovini di Star Comics, Emanuele Di Giorgi di Tunuè, Caterina Marietti di Bao Publishing, Sara Mattioli di Panini e Marco Schiavone di Romics.
«La differenza è che abbiamo una quantità di prodotto differente si è creata una facilità diversa nel reperimento dei manga: il lettore è fortissimo in questo caso, c’è una possibilità aggiuntiva che è quella dell’animazione. Si fa fatica a trovare il corrispettivo a fumetti di Spider Man, mentre invece se ti piace l’animazione, tipo Naruto, si compra il manga relativo e così è più facile arrivare ai giovani», ha spiegato Schiavone.
I dati visti sono significativi e pongono gi editori di fumetti all’interno di un settore in espansione mentre la narrativa tradizionale è ferma. «Spazio ce ne è ancora tanto soprattutto con l’entrata in libreria dei fumetti – ha proseguito Schiavone, mentre Di Giorgi ha sottolineato che – molto probabilmente ci sarà una variazione della curva però c’è la di normalizzare il consumo con i fumetti che ormai sono presenti in molte case. Dobbiamo fare in modo di mantenere il sogno autoriale, la volontà dei fumettisti di appartenere a una community più ampia in modo che non venga infranta, che possiamo mantenere questo sogno più puro».
Per capirne di più ne abbiamo parlato con Giacomo Taddeo Traini, fumettista, illustratore e collaboratore di BeccoGiallo Edizioni, capendo come i social network, la commistione di mezzi e i temi sociali influenzino la crescita del fumetto.
-Oggi quanto sono importanti i social network, in particolare Instagram, in questo settore e come influenzano il vostro lavoro?
«Noi usiamo principalmente Instagram, Facebook e Twitter. I social network oggigiorno sono molto importanti perché ci permettono di promuovere in modo quasi pressoché gratuito i nostri libri a un pubblico di riferimento che abbiamo costruito in tanti anni di attività, quindi di fare una comunicazione più mirata. In tal senso, questo è anche un limite perché quando cerchiamo di fare un libro diverso, nuovo, che esce dalla linea, dobbiamo anche ricostruire una fetta di follower al di fuori del nostro pubblico di riferimento. Se si riescono a gestire questi momenti, tuttavia, i social sono molto utili, molto produttivi. Un altro aspetto da considerare quando si parla di social è come questi siano ormai dei portfolio pubblici. Da ormai cinque o 6 anni, infatti, ci occupiamo di webcomics, lavorando con fumettisti che vengono dal web e che hanno forti seguiti sui social. Sicuramente una scelta che, una volta pubblicato il libro, paga».
-Il fenomeno della crossmedialità ha ormai invaso anche il mondo del fumetto: è una scelta che funziona?
«Penso si tratti di fare un prodotto fatto bene, che funzioni anche da solo, al di là dell’opera originaria. Ad esempio, BeccoGiallo ha fatto una biografia a fumetti di Mario Rigoni Stern sulla base del contenuto del “Sergente nella neve”: abbiamo fatto un buon lavoro di ricostruzione cosicché, che tu abbia letto il libro o meno, il fumetto è godibile, dà delle emozioni. L’importante, dunque, è che la commistione di mezzi non si riduca a un lavoro didascalico, che il fumetto in questo caso dia qualcosa in più rispetto all’opera originale, al di là del fatto che magari il fumetto si vende perché l’opera originale è molto famosa. La nostra casa editrice ha anche una collana che potremmo definire più “fanservice”, sviluppata insieme ai musicisti, come Pinguini Tattici Nucleari, Fast Animal and Slow Kids, Ensi. Il nostro obiettivo era fare qualcosa di bello, dei fumetti di qualità che potessero essere apprezzati dal fan medio degli artisti. Ne è venuto fuori un buon esempio di crossmedialità che funziona con una qualità media più che buona».
-Il fumetto ha sempre trattato di temi sociali ma ora diventa anche un potente strumento di sensibilizzazione…
«BeccoGiallo ha un’esperienza enorme da questo punto di vista perché è stata la prima casa editrice a specializzarsi nel giornalismo a fumetti. Tante persone hanno riscoperto il fumetto proprio grazie al genere del fumetto di realtà. Questo perché è un mezzo che ti permette, per come funziona, di creare un’empatia diversa con la vicenda: è il lettore, sulla base della propria esperienza, che deve immaginare ciò che succede tra una vignetta e l’altra, questo fa sì che la vicenda letta non sia più una cosa successa da qualche parte del mondo, magari molti anni fa, ma diventi un’esperienza che appartiene al lettore stesso. Forse è un po’ il superpotere del fumetto: la storia diventa un po’ tua e così hai gli strumenti per capirla».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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