Secondo il presidente di Illycaffe Andrea Illy i prezzi del caffè non scenderanno nei prossimi 10 mesi
Materie prime in ordine sparso mentre prosegue la guerra in Ucraina. In deciso calo il grano che segna la sua terza sessione in calo, dopo le notizie sui corridoi marittimi per la navigazione internazionale da 7 porti ucraini. Il grado duro scende dell’1,7% a 1.272 dollari per unità contrattuale da 5mila staia (bushel), e il grano tenero a 1.121 dollari (-2,1%).
Seduta in flessione anche per il gas con l’arrivo della stagione calda. Ad Amsterdam il prezzo scende a 85 euro al Mwh con un calo del 3,2%. A Londra il prezzo scende a 140 penny al Mmbtu (-5,8%). Rialza la testa il petrolio con il Wti e il Brent che si appaiano a 111 dollari al barile, con un aumento dello 0,7%.
Tra le altre materie prime è in flessione l’oro a 1.845 dollari l’oncia (-0,4%). Poco mosso l’argento a 21,77 dollari l’oncia (-0,02%).
Un focus particolare merita il caffè. Secondo il presidente di Illycaffe Andrea Illy è improbabile che i prezzi diminuiscano prima del prossimo anno. Ha parlato da Davos in un’intervista con Francine Lacqua su Bloomberg TV. «Non vedo le condizioni perché il prezzo scenda nei prossimi dieci mesi e probabilmente bisognerà aspettare la metà del 2023 prima che il prezzo inizi a scendere, se non succede nulla nel frattempo», ha spiegato.
Secondo il numero uno di Illy i prezzi del caffè sono due volte più alti di un anno fa e questo, a causa del gelo e della siccità in Brasile, che hanno distrutto il 10% delle piante e compromesso un altro 20% della produzione. Quindi il problema non è solo la guerra. «Per quanto riguarda i costi, abbiamo una specie di tempesta perfetta – continua Illy – perché non si tratta solo del caffè, a causa dei cambiamenti climatici, ma anche del packaging, a causa della situazione generale. E c’è l’energia come conseguenza della guerra, poi ci sono i costi di spedizione come conseguenza dei problemi logistici».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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