Secondo Moody’s il pil delle economie avanzate crescerà del 2,6%, a fronte del 3,2% previsto a marzo, mentre le stime sui Paesi emergenti vengono ridotte dal +4,2% al +3,8%. Pesano guerra e lockdown in Cina
Moody’s taglia le stime di crescita mondiali nel 2022 e 2023. Il pil delle economie avanzate crescerà del 2,6%, a fronte del 3,2% previsto a marzo, mentre le stime sui Paesi emergenti vengono ridotte dal +4,2% al +3,8%.
A pesare sono gli effetti della guerra e i lockdown in Cina. «Ad eccezione della Russia, al momento non ci attendiamo una recessione in nessuno dei Paesi del G-20 nel 2022 e nel 2023 – ha dichiarato Madhavi Bokil, senior vice president/CSR di Moody’s. – Tuttavia ci sono rischi multipli che possono mettere ulteriormente a rischio l’outlook economico, tra cui ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi delle commodity, interruzioni di lunga durata alla supply chain o rallentamenti della Cina maggiori delle attese. Una stretta monetaria aggressiva, per le preoccupazioni che le aspettative di lungo termine sull’inflazione si disancorino, potrebbe a sua volta diventare un elemento catalizzatore di una recessione».
Per Moody’s i prossimi mesi “saranno decisivi“: se l’economia globale rimarrà resiliente durante questo periodo il cammino di crescita potrebbe diventare più sostenibile il prossimo anno.
In particolare Moody’s ha tagliato le stime di crescita dell’Italia nel 2022 al +2,3%, dal +3,2% previsto a marzo e quelle nel 2023 dal +2,1% al +1,7%. L’Eurozona crescerà nel 2022 del 2,3%, a fronte del 2,5% previsto due mesi fa, mentre nel 2023 è atteso un piccolo miglioramento (da +2,2 a +2,3%). In frenata anche gli Usa, da +3,7 al +2,8% nel 2022 e dal +2,5% al +2,3% nel 2023, e limitatamente al 2022 anche la Cina, da + 5,1% a +4,5%, mentre nel 2023 il pil di Pechino viene rivisto al rialzo da +5,2 a +5,3%.
di: Maria Lucia PANUCCI
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