Secondo il report dell’agenzia di rating, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari può causare destabilizzazioni geopolitiche in Medio Oriente e Nord Africa
Un nuovo report di S&P Global Ratings punta i riflettori sull’economia di Medio Oriente e Nord Africa. L’aumento dei prezzi delle materie prime, a causa della guerra in Ucraina, sta spingendo al rialzo l’inflazione degli Stati MENA e potrebbe causare destabilizzazioni sociopolitiche.
In particolare, sono cinque i paesi MENA – Egitto, Giordania, Libano, Marocco e Tunisia – più colpiti dalle ricadute economiche del conflitto, perché le loro economie dipendono in modo significativo dalle importazioni di cibo o energia.
Secondo gli economisti dell’agenzia di rating i Governi di questi paesi “dovranno ricorrere a programmi fiscali per attutire l’impatto e prevenire il malcontento sociale, sia attraverso sussidi che altre forme di sostegno”.
Libano e Giordania, secondo S&P, sono tra i Paesi più esposti in quanto spendono oltre il 10% del PIL per l’energia e le importazioni alimentari
L’aumento dei prezzi alimentari internazionali – sottolinea il report – può causare maggiori probabilità di instabilità sociopolitica, che può portare a proteste o a conflitti. Tra gli esempi citati da S&P ci sono le proteste della Primavera Araba del 2011 che hanno coinciso con la crescita dei prezzi dei generi alimentari.
«Mentre altri fattori importanti sono stati anche alla base dei disordini sociali nel 2011-2012, come l’elevata disoccupazione giovanile, la disparità di reddito e il malcontento generale nei confronti dei sistemi politici di allora – si legge nello studio – l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, in particolare il costo del pane, è considerato uno dei fattori che hanno scatenato proteste di massa».
di: Francesca LASI
FOTO: PIXABAY
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