
Il cancelliere Scholz ha fatto approvare l’incremento che farà volare il potere d’acquisto per 4,8 miliardi. Gentiloni: misura indispensabile contro le disuguaglianze
Mantenendo fede a una delle sue promesse elettorali più calde, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ricevuto l’approvazione del Parlamento tedesco all’innalzamento del salario minimo che, dal primo ottobre, in Germania passerà a 12 euro.
L’obiettivo sarà raggiunto gradualmente attraverso due fasi. Il primo luglio scatterà il primo aumento, da 9,82 a 10,45 euro. A seguire, il primo ottobre ci si assesterà sulla soglia dei 12 euro.
Secondo le prime stime della Confederazione sindacale tedesca, l’aumento del salario minimo porterà con sé un incremento del potere d’acquisto pari a 4,8 miliardi di euro.
Viceversa, secondo un’indagine dell’organizzazione del datori di lavoro l’89% dei dirigenti d’azienda teme che questa misura inciderà sui propri costi, portando inevitabilmente anche alla crescita dei prezzi e dunque a una nuova spinta inflazionistica.
Berlino ha introdotto il salario minimo nel 2015 per volere dei socialdemocratici, all’epoca nella coalizione di Angela Merkel. Un innalzamento della quota minima rappresentava uno dei cardini dell’accordo di coalizione stipulato a dicembre fra Verdi e Liberali.
La notizia arriva mentre in Italia il dibattito procede a rilento. una strigliata in tal senso è arrivata anche dal commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni, secondo cui la misura del salario minimo è “indispensabile” per contrastare la perdita del potere d’acquisto e l’aumento delle diseguaglianze.
«Bisogna garantire diritti ai lavoratori delle piattaforme digitali e alzare le tasse alle grandi multinazionali che escono vincitrici dalle crisi di questi anni, dalla pandemia e alla guerra» ha aggiunto Gentiloni.
Sul tavolo al momento permane la proposta avanzata dall’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo il cui ddl, fermo in Senato, puntava a fissare un livello minimo pari a 9 euro; parallelamente è stata avanzata una proposta anche dal Pd, che però affida la misurazione quantitativa ad un accordo fra le parti sociali mai risoltosi.
«I 9 euro lordi sono il risultato di quello che ci chiede Bruxelles e le misure sulla rappresentanza sindacale non tolgono nulla alla contrattazione. – rivendica la presidente della commissione Lavoro a Palazzo Madama Susy Matrisciano, M5S – Speriamo di per ripartire dopo le Comunali».