
Nonostante la crescita le emissioni della Banca segnano -27% rispetto al 2019
Con il ritorno in funzione degli impianti di riscaldamento e raffreddamento, oltre che la ripresa degli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro, le emissioni di anidride carbonica della Banca d’Italia tornano a salire, ciò nonostante rispetto al 2019 restano in calo del 27%.
La relazione annuale sulla gestione e l’attività del 2021 dimostra che “le emissioni totali di anidride carbonica siano aumentate del 7 per cento rispetto al 202, principalmente a causa di un maggiore consumo di gas metano, dovuto alle diverse modalità di funzionamento degli impianti di riscaldamento, previste dai protocolli sanitari nazionali per contrastare la diffusione del coronavirus“.
Anche nel rapporto ambientale del 2021 viene spiegato che “l’attuale configurazione impiantistica dei diversi stabili della Banca non consente la disattivazione totale del riscaldamento e del raffrescamento negli spazi non occupati dal personale” inoltre “gli impianti di condizionamento hanno lavorato a regimi forzati e per tempi più lunghi al fine di assicurare un maggior numero di ricambi d’aria e conseguentemente di ridurre il rischio di diffusione del coronavirus“.
La Banca d’Italia intende comunque ridurre l’impatto sull’ambiente e ha sposato una politica ecologica che prevede meno carta per le pubblicazioni e i documenti, lampadine led, efficientamento e risanamento dei diversi immobili su tutto il territorio nazionale dell’istituto.