
Il 7 giugno è il Tax freedom day 2022
Martedì 7 giugno è il Tax freedom day, il Giorno di liberazione fiscale: si tratta di una data “virtuale” che indica il giorno a partire dal quale ogni ricavo finisce nelle tasche dei lavoratori.
La scelta della data è ricavata da un calcolo fatto dalla Cgia di Mestre e varia a seconda della tassazione che in un determinato anno lo Stato applica e che serve proprio a esemplificare l’entità della pressione fiscale sul contribuente. Si ottiene suddividendo la stima del Pil nazionale prevista nel 2022 per i 365 giorni dell’anno, ottenendo così un dato medio giornaliero che viene rapportato alle previsioni di gettito dei contributi previdenziali, delle imposte e delle tasse che i lavoratori che percepiscono un reddito verseranno quest’anno.
Grazie a questo calcolo è possibile ricostruire un quadro della pressione fiscale in Italia attraverso gli anni: secondo l’ufficio studi della Cgia nel 2005 il Tax freedom day cadeva il 23 maggio, dopo “soli” 142 giorni lavorativi. Quell’anno, la tassazione si attestava intorno al 39%. L’anno peggiore invece è stato il 2021, quando la data è arrivata solo l’8 giugno, in grosso ritardo rispetto agli anni passati.
Nel confronto con l’Europa, l’Italia esce male: solo la Francia ha esercitato sui contribuenti una pressione superiore a quella nostrana; nel 2021 i contribuenti hanno lavorato per il fisco fino all’8 giugno, ovvero 5 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell’area euro e 7 giorni in più rispetto a quella calcolata su tutti i 27 Paesi Ue.