
Non sono mai stati così alti i costi agricoli, spinta per la zootecnia
Secondo l’Ismea, l’Istituto di Servizi per il mercato agricolo alimentare italiano, i costi agricoli non sono mai stati così alti, soprattutto per gli allevatori.
Un’impennata che non ha precedenti: in tre mesi i costi sono lievitati di oltre il 18%, con un incremento del 6%.
L’indagine messa a punto da Ismea ha coinvolto un campione di 795 aziende del settore primario e 586 di prima e seconda trasformazione alimentare e dalle interviste è emerso che “l’aggregato delle colture vegetali, dove pesano soprattutto i salari, i prodotti energetici, i fertilizzanti e le sementi, si registra nel primo trimestre 2022 un aggravio dei costi sostenuti dagli agricoltori del 20,4% su base annua (dopo il + 5,7% del 2021)”.
I rincari sono dovuti soprattutto all’aumento dell’energia del 50,6% e dei fertilizzanti del 36,2%.
Per quanto riguarda la zootecnia, nel primo trimestre del 2022, “gli esborsi degli allevatori sono aumentati del 16,6% su base annua, registrando un’ulteriore spinta dopo il +6,4% del 2021, di riflesso agli incrementi dei prezzi degli animali da allevamento (+9,8%) e dei mangimi (+21%) oltre che dei prodotti energetici (+61,5%)”.
I settori più colpiti risultano essere gli avicoli, uova e bovini da latte, ma la crisi sta investendo tutti gli anelli della filiera agroalimentare. «Il risultato è un brusco calo della fiducia degli operatori, con un pessimismo più marcato da parte delle aziende agricole, rispetto alle industrie e, nell’ambito dell’agricoltura, un deterioramento della fiducia più accentuato nelle imprese zootecniche».