
La Corte d’appello di Milano ha respinto i ricorsi presentati da RCS contro i lodi arbitrali che nel 2020 e nel 2021 avevano stabilito la correttezza della vendita nel 2013 degli immobili di via Solferino al fondo Blackstone per 120 milioni di euro
Niente da fare per Urbano Cairo. La Corte d’appello di Milano ha respinto “integralmente” i ricorsi presentati dal gruppo editoriale RCS contro i lodi arbitrali che nel 2020 e nel 2021 avevano stabilito la correttezza della vendita nel 2013 degli immobili di via Solferino a Milano, sede tra l’altro del Corriere della Sera, al fondo Blackstone per 120 milioni di euro. Secondo la sentenza, prima di definire la compravendita con gli americani RCS si era rivolta a oltre 30 investitori “nessuno dei quali aveva proposto condizioni economiche migliori“.
Nel maggio dello scorso anno il Tribunale arbitrale della Camera di Commercio di Milano aveva respinto le istanze di RCS e stabilito che l’acquisto da parte degli americani nel 2013 e il riaffitto a 10,4 milioni l’anno erano regolari.
Contro il lodo arbitrale pronunciato sulla vicenda il gruppo ha presentato, poi, impugnazione alla Corte d’Appello di Milano, che però ha rigettato i ricorsi, anche perché il confronto del prezzo pattuito nell’APA (Advance Pricing Arrangement) con le offerte ricevute da RCS durante il procedimento competitivo dimostrava che “tutte le alternative di mercato si assestavano, in modo totalmente autonomo e genuino, su valori sostanzialmente omogenei“, come si legge nel comunicato della corte.
I giudici hanno anche condannato RCS al pagamento delle spese processuali per 258.842 euro.
Ora la parola passa al giudice statunitense che dovrà pronunciarsi sul maxi risarcimento chiesto da Blackstone ai danni di RCS e dell’azionista Urbano Cairo. Si tratta di 600 milioni di dollari, di cui 300 milioni a risarcimento del danno scaturito dalla mancata vendita degli immobili ad Allianz nel 2018, dovuta secondo il fondo americano alle “interferenze” di RCS ed altri, e altri 300 milioni da Cairo.