
A seguito del cambiamento climatico la perdita media annua del Pil si assesterebbe sul -7,6% nel 2070. Per l’Italia il costo è di 115 miliardi
Mancare la sfida del cambiamento climatico potrebbe costare 178 trilioni di dollari al mondo nei prossimi 50 anni. È quanto emerge dal report Global Turning Point Report 2022 di Deloitte, secondo cui la perdita media annua del Pil si assesterebbe sul -7,6% nel 2070.
Al contrario un’azione risoluta per affrontare il fenomeno ed accelerare rapidamente il processo di decarbonizzazione potrebbe generare fino a 43 trilioni di dollari di benefici aggiuntivi nei prossimi cinque decenni. Le risposte per avviare una transizione ecologica efficace sono lo sviluppo di nuove tecnologie ed il riorientamento dei flussi di capitale. «Per portare la bilancia in positivo è necessario un cambiamento negli stili di vita, di consumo e di produzione – ha affermato Stefano Pareglio, independent senior advisor di Deloitte. – Il riorientamento dei flussi di capitale e il ricorso massiccio alle nuove tecnologie, sono elementi chiave per mantenere l’aumento della temperatura media terrestre entro 1,5°C a fine secolo».
Dall’analisi sono emerse preoccupanti prospettive per il mar Mediterraneo: rispetto ai livelli preindustriali, oggi la temperatura media è aumentata di 1,5°C, contro una media mondiale di +1,1°C. L’Italia è una delle economie più esposte al cambiamento climatico. In uno scenario di riscaldamento globale intorno al 3°C, Deloitte ha stimato per l’Italia un costo di 115 miliardi al 2070, pari al 3,2% del pil nazionale al 2070.