
Dal rischio di default al prezzo del rublo, fino alle filiere produttive: ecco come la guerra potrebbe cambiare i connotati dell’economia russa
Lo scenario futuro dell’economia russa è più incerto che mai; da settimane si susseguono allarmi e previsioni positive che vanno dal default dello Stato al rafforzamento del rublo, il tutto al netto degli effetti delle sanzioni sull’economia reale.
Come ha spiegato in un’intervista a Money.it il professor Andrea Resti, docente di Finanza all’Università Bocconi, la questione del default è legata più alle sanzioni che non all’economia reale. Il blocco dei sistemi di pagamenti infatti potrebbe ostacolare Mosca nel pagamento delle cedole.
A quanto si apprende, entro il 27 maggio la Russia avrebbe dovuto versare interessi obbligazionari per 71,25 milioni di dollari e 26,5 milioni di euro; il Paese avrebbe trasferito il denaro al National Settlement Depository ma proprio le sanzioni avrebbero impedito la conclusione dell’operazione.
Per quanto riguarda il rublo, la Banca centrale russa vigilerà sulla stabilità della moneta sfruttando una politica monetaria che contrasti l’inflazione e il costo del denaro attraverso i tassi.
«La politica monetaria può funzionare meglio in un regime dittatoriale, dove le decisioni vengono prese in poche ore con la benedizione del governo, di quanto non accada nell’area dell’euro, dove è necessario costruire il consenso tra Paesi diversi e gestire le aspettative del mercato» precisa a tal proposito il docente.
La situazione è meno rosea invece per quanto riguarda l’economia reale del Paese, che risentirà dell’embargo parziale stabilito dall’Alleanza (ricordiamo che la Russia non importa solo beni di lusso ma anche semilavorati e componenti tecnologici) e dell’abbandono del Paese da parte di diverse multinazionali occidentali.
Questi aggiustamenti richiederanno un ripensamento dei canali di approvvigionamento russi per sostenere le filiere produttive interne.