
Rallentano la crescita dei depositi bancari e le sofferenze nette. Patuelli: “non si può accumulare debito pubblico in eterno”
A maggio i tassi sui nuovi mutui bancari salgono poco sotto il 2%, all’1,93% rispetto all’1,81% di aprile, tornando così ai livelli di febbraio 2019. E’ quanto si ricava dal rapporto mensile Abi secondo cui un anno fa erano pari all’1,4%. Tutto questo ancor prima che arrivi il contraccolpo degli aumenti decisi dalla Bce.
E rallenta leggermente la crescita dei depositi bancari che hanno registrato na variazione tendenziale pari a +4,9% rispetto al +5,5% del mese precedente e al +6,2% di maggio 2021, con un aumento in valore assoluto su base annua di 87 miliardi di euro, portando l’ammontare dei depositi a 1.861,7 miliardi.
Sempre a maggio aumentano del 2,8% i prestiti a imprese e famiglie, mentre le sofferenze nette, cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, ad aprile 2022 sono 16,7 miliardi di euro, in calo di 1,3 miliardi (pari a -7,0%) rispetto al mese precedente e di circa 3,1 miliardi (pari a -15,8%) rispetto ad un anno prima. La riduzione è stata di 72,2 miliardi (pari a -81,2%) rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi).
E secondo il presidente Antonio Patuelli non si può accumulare debito pubblico in eterno. «Chi ha fatto tanti debiti nei decenni come lo Stato italiano non può dimenticare il debito accumulato e non può accumularne sempre di più in eterno sperando che qualcuno lo compri, perché questo è un rischio elevatissimo», ha detto all’evento Young Factor promosso dall’Osservatorio permanente giovani-editori e da Intesa.
Patuelli ha anche espresso preoccupazione per gli effetti dell’inflazione sul risparmio. «Ci saranno dei meccanismi di adeguamento, prima o poi, per salari e stipendi. Ma l’adeguamento all’inflazione per il risparmio non c’è – ha aggiunto. – Quindi da un lato chi ha il risparmio deve investirlo con grande consapevolezza e responsabilità. Dall’altro lato bisogna vedere anche se l’acquisto di qualche cosa, non solo di consumo, può essere utile effettuarlo o meno».