
Trafigura deve ora fare i conti con le sanzioni alla Russia
Conti record per Trafigura, uno dei principali trader mondiali di petrolio e metalli. Nel periodo tra ottobre 2021 e marzo 2022 l’utile netto è infatti salito del 29% su base annua a 2,7 miliardi di dollari, mentre i ricavi sono cresciuti del 73% a 170,6 miliardi. Trafigura è, quindi, uscita vincitrice da un periodo di massiccia volatilità dei prezzi dell’energia e dei metalli.
A fare da traino sono state le interruzioni del mercato che hanno premiato le capacità logistiche e la conoscenza del mercato di Trafigura nell’aiutare i clienti a riordinare le loro catene di approvvigionamento. Di conseguenza i volumi di scambio sono aumentati su tutta la linea: quelli di petrolio e prodotti petroliferi sono aumentati del 14% rispetto alla prima metà del 2021, a una media di 7,3 milioni di barili al giorno, mentre i volumi di metalli non ferrosi sono cresciuti del 16% e quelli di minerali sfusi del 13%.
Trafigura ha sempre avuto stretti legami con la collega russa Rosneft ma ha chiuso gran parte di quell’attività da quando è scoppiata la guerra per conformarsi alle sanzioni imposte dall’Unione Europea e dalla Svizzera. Il gruppo ha così congelato la sua partecipazione del 10% nel progetto Vostok Oil di Rosneft nell’Artico e ha intenzione di vendere la sua quota. È probabile che subisca una perdita, visto che ha investito nel progetto 1,5 miliardi di euro oltre a 5,5 miliardi che gli sono stati prestati da un gruppo di banche.