Oggi 118 pesos sono circa un dollaro
In Argentina la svalutazione del peso è un processo in corso da anni. Quando vennero istituti, negli anni ’90, con 100 pesos, che corrispondevano a 100 dollari, era possibile acquistare30 chili di roast beef, 200 litri di latte e 100 bottiglie di birra. Con la stessa cifra oggi è possibile acquistare 120 grammi di roast beef, un litro di latte e una lattina di birra. Il cambio oggi è di circa 118 per un dollaro, 1000 pesos valgono 8,4 dollari.
Secondo Goldman Sachs la soluzione unica sarà il pensionamento del peso. Dall’analisi dall’economista statunitense Steve Hanke della Johns Hopkins University, il peso argentino, con un deprezzamento del 62,16% dall’inizio del 2020, è la sesta valuta più svalutata al mondo rispetto al dollaro Usa, dietro alle valute di Venezuela, Zimbabwe, Libano, Sudan e Siria.
Nello scenario si inserisce anche l’aumento dell’inflazione e l’aumento dei prezzi che contribuiscono alla perdita di valore d’acquisto della moneta. Il paradosso è raggiunto dal fatto che il metallo fuso delle monete vale oggi più delle monete stesse, sui social si trovano infatti persone che acquistano monete all’ingrosso, fissando i prezzi al chilo. Il problema della svalutazione è anche di ordine di sicurezza pubblica, dato che le persone sono costrette a uscire con enormi mazzette di contanti.