
Uno studio della Bce stima un aumento mediano dei rifugiati nell’Eurozona in età lavorativa compreso tra lo 0,2% e lo 0,8% a medio termine
L’afflusso di rifugiati ucraini aumenterà la forza lavoro fino a 1,3 milioni di unità nell’Eurozona. A dirlo è uno studio della Bce che stima un aumento mediano compreso tra lo 0,2% e lo 0,8% a medio termine.
Negli anni precedenti la guerra i migranti ucraini tendevano a stabilirsi in Polonia (53%), Repubblica Ceca (9%), Germania (8%) e Ungheria (8%), con il 24% nell’area euro. Tuttavia il 75% dello stock complessivo di migranti ucraini vive attualmente nell’area euro, con numeri particolarmente elevati in Italia (30%), Germania (18%) e Spagna (13%).
Per quanto riguarda le caratteristiche dei rifugiati, va ricordato che l’Ucraina ha imposto la legge marziale quando la Russia ha lanciato la sua offensiva il 24 febbraio, impedendo agli uomini di età compresa tra i 18 ei 60 anni di lasciare il paese. Di conseguenza le prime ondate di rifugiati hanno riguardato anziani, bambini e donne in età lavorativa. Ma secondo la Bce le ondate future includeranno anche uomini e questo porterà, nel medio termine, al fatto che tra il 50% e il 75% dei rifugiati che arriveranno nell’area euro sarà in età lavorativa.
«Se riescono a trovare lavoro senza un lungo processo di integrazione, i rifugiati ucraini potrebbero aiutare il mercato a rispondere all’attuale forte domanda di lavoro e affrontare il peggioramento della carenza di competenze», viene sottolineato in una nota.