
Nel primo trimestre dell’anno risulta che il 33,3% dei contratti a termine prevede una durata fino a 30 giorni, il 27,5% da due a sei mesi e il 9,2% un solo giorno
I contratti a termine sono sempre più brevi. Nel primo trimestre dell’anno risulta che il 33,3% delle posizioni lavorative attivate prevede una durata fino a 30 giorni (il 9,2% un solo giorno), il 27,5% da due a sei mesi e soltanto l’1,0% superiore all’anno. Lo indica la Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione pubblicata da Istat, ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Inps, Inail e Anpal.
In generale però nel primo trimestre dell’anno si rileva un nuovo aumento delle posizioni lavorative (+183 mila rispetto al quarto trimestre), con una crescita sia delle posizioni a tempo indeterminato (+85 mila) sia a tempo determinato (+98 mila).
Anche su base annua si registra una decisa crescita delle posizioni lavorative: +671 mila rispetto al primo trimestre del 2021. Quelle a tempo indeterminato segnano +268 mila unità mentre, a ritmi più sostenuti prosegue la crescita delle posizioni a tempo determinato che salgono di 403 mila unità in un anno.