
Aeroporti in tilt per l’agitazione del personale di Ryanair, EasyJet e Volotea
Nuova giornata di scioperi per il comparto aereo dopo quella dell’8 giugno. Ieri, nel primo dei tre giorni di sciopero, hanno incrociato le braccia i lavoratori di Ryanair, EasyJet e Volotea, in Belgio, Spagna e Portogallo, oggi si sono uniti i lavoratori di Francia e Italia.
In Belgio una delle situazioni più critiche dato lo sciopero di tre giorni indetto anche dal personale di Brussels Airlines (divisione di Lufthansa) e sono stati 315 i voli cancellati da Bruxelles. Ryanair ha garantito il 30% circa dei voli programmati dall’aeroporto Charleroi, in Portogallo invece l’impatto più leggero, con solo due voli cancellati. Mentre in Spagna il governo ha obbligato la compagnia a garantire il 73%-82% dei voli, i sindacati hanno però denunciato che Ryanair abbia costretto il personale a mantenere il 100% dei voli e intendono portare la compagnia low cost in tribunale. Per questo sono stati indetti nuovi scioperi dal 30 giugno al 2 luglio. Anche per EasyJet nuove giornate complicate all’orizzonte e seguito dell’annuncio di 9 giorni di sciopero aeroporti di Barcellona, Malaga e Palma di Maiorca a luglio.
In Italia lo sciopero è stato indetto da Uiltrasporti (insieme a Usb per EasyJet) che ha denunciato “il perdurare delle inaccettabili condizioni in cui piloti e assistenti di volo sono costretti a lavorare“. In merito a EasyJet è stata denunciata “la compressione dei diritti dei lavoratori culminata in licenziamenti ingiustificati, contro la mancanza di solidità operativa e il totale degrado delle relazioni industriali, a danno di passeggeri e equipaggi, in una stagione già molto complicata per il trasporto aereo che cerca di riprendersi“.
In merito a Volotea il sindacato ha sottolineato l’atteggiamento aziendale che “lede i diritti dei lavoratori per il mancato adeguamento delle retribuzioni minime secondo l’art.203 e per le numerose azioni unilaterali con un ulteriore abbassamento dei salari giustificato da accordi individuali e pseudo-volontari. A questo si aggiunge una totale inadeguatezza dei turni di lavoro con operativi molto intensi che non fanno certamente pensare alla crisi aziendale per la quale si chiedono continui sacrifici ai lavoratori“.