S&P ha ridotto le previsioni di crescita per l’economia dell’Eurozona al 2,6% quest’anno e all’1,9% per il prossimo rispetto al 2,7% e 2,2% delle previsioni di maggio
Standard and Poor’s taglia le stime di crescita per l’economia dell’Eurozona al 2,6% quest’anno e all’1,9% per il prossimo rispetto al 2,7% e 2,2% previsti a maggio.
La previsione al ribasso è dovuta principalmente alle pressioni inflazionistiche: l’agenzia di rating ora prevede un’inflazione dei prezzi al consumo al 7% per quest’anno e al 3,4% nel 2023 (rispetto alle stime precedenti pari al 6,4% e al 3%) in conseguenza all’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari dovuto all’attuale contesto geopolitico. Anche la minore domanda internazionale dovrebbe frenare la crescita.
L’aumento relativo del costo della vita dovrebbe essere più pronunciato nei Paesi Bassi, Belgio, Spagna e Germania, dove l’inflazione dovrebbe essere superiore alla media, mentre Italia e Francia vedranno aumenti dei prezzi leggermente inferiori.
Finora però la creazione di posti di lavoro sta continuando a fornire un solido sostegno ai redditi delle famiglie. L’Eurozona ha registrato “un’impressionante ripresa del mercato del lavoro, creando quasi due milioni di posti di lavoro aggiuntivi tra il quarto trimestre del 2019 e il primo trimestre del 2022“, evidenzia S&P. I posti di lavoro sono ancora in aumento e le aspettative di occupazione rimangono coerenti con la creazione di posti di lavoro superiore alla media in tutti i settori e in tutti i principali Paesi europei.