
Il premier ha tirato le somme sul vertice G7 ribadendo la linea del pieno appoggio a Putin e l’impegno per il clima: “non arretreremo sui nostri progetti a causa del gas”
«Questo G7 è stato veramente un successo, i nostri Paesi hanno riaffermato piena e grande coesione, grande unità di vedute in particolare per quanto riguarda la guerra in Ucraina e le sue conseguenze» questo il primo commento di Mario Draghi a margine del vertice G7 che volge al termine.
«Il G7 è consapevole che se vuole che i temi della democrazia e dell’avversione all’autocrazia si diffondano nel mondo occorre avvicinare gli altri Paesi e renderli compartecipi di questi principi» rilancia il premier.
«Questo è stato il motivo dell’invito a Putin al G20». Ieri il presidente russo ha confermato la sua partecipazione al vertice a novembre ma l’omologo indonesiano che ospita il consesso ha escluso la sua presenza: «non verrà». Draghi glissa, ammettendo di non escludere un intervento da remoto di Putin.
Qui Draghi cita anche presidente dell’Oms che ha sottolineato come spesso Paesi che si sono dichiarati neutrali nel conflitto non sono stati realmente coinvolti dai leader. In molti casi si tratta anche di Paesi poveri: «quando gli elefanti lottano è l’erba che soffe, se i paesi si sentono erba soffrono ed è difficile chieder loro di prendere parte».
Lo scopo del G20 sarà quindi da un lato di coinvolgere tutti i Paesi, dall’altro difendere i temi e i principi già affrontati nel G7.
Sulla guerra Draghi ribadisce che ”non c’è pace senza che Kiev abbia la possibilità di difendersi, c’è solo oppressione e imposizione” e che per questo il sostegno militare assicurato a Zelensky sarà portato avanti dal G7 “in maniera adeguata” e in base alla situazione sul campo.
«Gli effetti di questa guerra sono imprevedibili: ora ci troviamo con un’Ue più unita, una Nato più unita e forse più grande: le cose non sono andate come avrebbe volito il presidente Putin» aggiunge.
«Dal vertice Nato ci aspettiamo la riaffermazione del senso di unità e fermezza del G7 e probabilmente un suo ampliamento» chiosa sul vertice dell’Alleanza a Madrid domani.
Sul tetto al prezzo del gas, “ci auguriamo un risultato prima di ottobre, quando il consiglio Ue discuterà del rapporto della Commissione che sarà pronto a settembre”.
A proposito di energia, Draghi spiega anche il suo colloquio con il presidente argentino Fernandez: «abbiamo parlato delle relazioni che uniscono i due Paesi, che sono di lunga data. Mi ha illustrato un progetto di trasporto e liquefazione di gas in Argentina. Lo esamineremo e vedremo se ci sono le condizioni per proseguire».
«Per ora l’economia dell’area euro sta rallentando – aggiunge – ma non stiamo prevedendo una recessione. L’economia italiana sta reagendo meglio di quanto ci aspettassimo mesi fa» prosegue ripercorrendo quanto fatto finora, dalla ricerca all’estero di nuove fonti di approvvigionamento energetico agli investimenti per la transizione green: «alcuni temono che visto il nostro bisogno i gas potremmo arretrare nei nostri progetti sul clima, ma questo non sa succedendo» assicura.