
La sfida principale per le banche centrali consiste nel contenere e ristabilizzare le aspettative senza provocare una recessione. Occhio al mercato del lavoro
Lo shock dei tassi di interesse rallenta l’economia nel terzo trimestre. Lo afferma un report di S&P Global Ratings, secondo cui le difficoltà attuali si ripercuoteranno principalmente sul mercato del lavoro, ma anche sul lato della produzione per quanto riguarda le scorte. I livelli di occupazione si mantengono elevati e le famiglie possono contare sui risparmi messi da parte durante la pandemia, fattori che hanno portato a una resilienza dei consumi nonostante la minore ricchezza e, in alcuni casi, salari reali più bassi. Ma questo non durerà a lungo. «L’altra variabile da tenere d’occhio è la produzione, alla luce dei continui bassi livelli di scorte e dei vincoli di fornitura – si legge nello studio a cura di Paul Gruenwald, Global Chief Economist dell’agenzia di rating. – L’attività potrebbe essere supportata da un allentamento dei colli di bottiglia, che consentirebbe di aumentare la produzione per soddisfare la domanda a livelli di inventario più normali».
Le previsioni di crescita del Pil nel periodo 2022-2025 sono state generalmente riviste al ribasso da S&P rispetto alle stime di maggio. L’unica eccezione sono i mercati emergenti esportatori di materie prime. Il report sottolinea anche che, nonostante l’inflazione, gli shock geopolitici e la reazione del mercato, il quadro macroeconomico globale generale “rimane ragionevolmente sano, sebbene i segnali di attenuazione siano in aumento“. La sfida principale per le banche centrali consiste nel contenere e ristabilizzare le aspettative senza provocare una recessione.