Orlando: “per risolvere la questione del lavoro povero bisogna intervenire sul tema dei cattivi contratti”
Per risolvere la precarietà del lavoro non basta tagliare il cuneo fiscale, bisogna intervenire sui contratti. Lo dice a chiare lettere il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una intervista concessa a La Stampa. «Diciamo anzitutto che in questo Paese esistono tre problemi importanti e diversi: il livello dei salari; il lavoro povero; il rinnovo dei contratti – ha spiegato. – Sono tre problemi che vanno tenuti assieme. I salari si sostengono con la riduzione del cuneo fiscale, una misura che risolve il problema in parte, perchè ora c’è anche un problema di adeguamento, evitando cioè che la riduzione fiscale sia rapidamente mangiata dall’inflazione. Ma la riduzione del cuneo non risolve la questione del lavoro povero, perchè se uno guadagna 650 euro al mese, anche se gli tagli il cuneo, non se ne accorge quasi. E comunque il lavoro povero è generato da cattivi contratti».
In attesa che si risolva il nodo del salario minimo Orlando ha la sua soluzione. «Facciamo derivare il salario minimo, comparto per comparto, dai contratti comparativamente maggiormente rappresentativi e nella fattispecie del trattamento economico complessivo, cioè il salario più le quote accessorie come ferie, festività – ha contnuato. – Questa soluzione ha un vantaggio: de-ideologizza il confronto, perchè non è salario minimo contro contratto, ma fa derivare il salario minimo proprio dal contratto, E in questo modo si tiene assieme tutto il fronte sindacale e diventa difficile non riconoscere che si tratta di una soluzione che valorizza al meglio la contrattazione».