
Le perdite, relative a 41 delle 104 banche analizzate nell’esame, si realizzerebbero in uno scenario di transizione disordinata a breve termine che considera anche rischi fisici legati ad alluvioni e siccità
Le banche europee possono perdere oltre 70 miliardi per il rischio climatico. È quanto emerge dai risultati della prova di stress in materia condotta dalla Banca centrale europea, pubblicati oggi, che evidenziano significative lacune degli istituti sul tema, malgrado alcuni progressi rispetto al 2020.
In particolare il 60% delle banche europee non ha ancora un quadro di riferimento per le prove di stress in ambito climatico. Analogamente la maggior parte delle banche non include il rischio climatico nei propri modelli per il rischio di credito e appena il 20% ne tiene conto come variabile ai fini dell’erogazione di finanziamenti.
L’analisi ha riguardato tre aspetti chiave (moduli): le capacità proprie delle banche di effettuare stress test sul clima, la dipendenza da settori a emissioni di CO2 e, terzo, la performance sotto differenti scenari previsionali e orizzonti temporali. L’ultimo modulo ha riguardato solo 41 banche per assicurare una proporzionalità rispetto agli istituti più piccoli.
Secondo la Bce il test mostra che se si verificasse una transizione disordinata, nel breve termine e in scenari di rischio avversi legati ad alluvioni e siccità, le perdite su crediti e di mercato ammonterebbero a circa 70 miliardi di euro in termini aggregati per le 41 banche in oggetto.
«I risultati mostrano che non c’è un progresso soddisfacente su questo aspetto. C’è molta strada da fare su molti istituti. Questo esercizio è una pietra miliare nel nostro percorso verso un sistema finanziario più resiliente al rischio climatico – ha affermato Frank Elderson, Vicepresidente del Consiglio di vigilanza. – Ci aspettiamo che le banche intraprendano azioni incisive, sviluppando a breve-medio termine solidi quadri di riferimento per le prove di stress in ambito climatico».