
Mussari, Vigni e Baldassari sono sati assolti perché il fatto non sussiste
La corte di appello di Firenze ha assolto gli ex vertici di Mps Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gian Luca Baldassarri perché il fatto non sussiste. I tre erano accusati di ostacolo alla vigilanza di Bankitalia nella ristrutturazione del derivato Alexandria.
Si tratta della sentenza del secondo processo di appello, dopo il rinvio dalla Cassazione. In primo grado gli imputati erano stati condannati dal tribunale di Siena a tre anni e 6 mesi.
Nel primo processo di appello nel 2017 gli imputati furono assolti “perché il fatto non costituisce reato” ma nel 2019 la Cassazione dispose un altro appello per definire la formula di assoluzione. Gli imputati avevano, poi, fatto ricorso per essere assolti con formula piena.
La Suprema Corte, infatti, confermò l’assoluzione stabilita nel primo appello del 2017 per Mussari (già presidente della banca), Vigni (ex direttore generale) e Baldassarri (ex direttore Area Finanza), ma allo stesso tempo accolse il ricorso delle difese e decise di disporre un ulteriore appello.
Gli ex vertici di Mps erano accusati di aver celato agli ispettori della Banca d’Italia il contratto con Nomura stipulato per l’operazione di ristrutturazione del derivato Alexandria.