In alcuni campi la perdita di posti raggiunge picchi del -11%, specie tra i giovani under 35 con -12,6%. Segnali incoraggianti dal 2022
La cultura è stato uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi pandemica e a dimostrarlo sono purtroppo i numeri. L’ultimo rapporto Federculture segnala dati allarmanti per quanto concerne l’occupazione e il consumo culturale nel biennio 2019-2021. In totale sono andati persi 55 mila posti di lavoro con una variazione negativa pari al 6,7%, più del triplo di quanto accaduto nell’occupazione totale (2,4%). In alcuni campi la perdita di posti raggiunge picchi del -11% e tra i giovani under 35 il 12,6%.
Due anni di chiusure e restrizioni hanno sicuramente impattato nel campo degli spettacoli dal vivo (cinema, teatri e concerti). I numeri del biennio 2019-2021 sono allarmanti: -75% della spesa e crollo della fruizione con variazioni negative intorno all’80%. Non se la cavano molto meglio musei, mostre e affini con un calo della spesa delle famiglie del 26,6% e del 72% della fruizione.
Con l’arrivo del 2022 si notano comunque dei segnali positivi, come illustrato dal ministro della cultura Dario Franceschini, intervenuto al 18/o Rapporto Annuale Federculture dal titolo Lavoro e innovazione: le strategie per crescere. Una grossa spinta proviene da iniziative quali le domeniche gratuite nei musei che in sole tre giornate (maggio-giugno-luglio) hanno riportato nei siti statali oltre 400 mila visitatori, o il Salone del Libro di Torino che ha avuto il record di presenze nell’edizione 2022 con più di 168 mila ingressi. Buono anche il dato del Bonus Cultura per i diciottenni che conta 396.651 registrazioni per un valore di 65,7 milioni di euro che i giovani spendono in libri, concerti, musica, cinema.