Draghi in Senato: “non ho chiesto pieni poteri”. E sul Superbonus aggiunge: “chi lo ha disegnato è colpevole dei mancati crediti”
Al termine della lunga discussione tra i senatori, il presidente del Consiglio Mario Draghi è rientrato a Palazzo Madama per la replica. «Sarà breve – ha iniziato il premier – vorrei ringraziare chi ha sostenuto l’operato del Governo con lealtà».
Come prima cosa il presidente del Consiglio ha chiarito di non aver mai chiesto pieni poteri: «dopo le dimissioni della settimana scorsa c’erano due possibilità: una era presentarmi in aula, confermare le mie dimissioni e andare via senza voto. Il sostegno che ho visto nel Paese a favore della prosecuzione del governo è senza precedenti e impossibile da ignorare. Questo sostegno mi ha indotto a venire in aula e sottoporre il patto di governo al vostro voto. Niente richieste di pieni poteri, va bene».
A seguire, Draghi ha posto la fiducia sulla risoluzione di Casini. «Chiedo che venga posta la fiducia sulla proposta di risoluzione presentata dal senatore Casini», ha esplicitato. Quest’ultima recita: «Ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio, il Senato le approva».
L’altra risoluzione presentata era quella della Lega, firmata anche da Forza Italia e Udc, che prevedeva un Draghi Bis senza M5S.
Per quanto riguarda gli interrogativi sollevati dai partiti, Draghi è intervenuto sul salario minimo e sul Superbonus. Per quanto riguarda il salario, ha dichiarato: «Sul salario minimo ho detto quello che dovevo dire, c’è una proposta della commissione europea, abbiamo aperto un tavolo con i sindcati e Confindustria, continueremo la discussione qualunque sia la vostra decisione oggi».
Sul superbonus: «Per il Superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna riparare al malfatto e tirare fuori dai guai quelle migliaia di imprese». A questa risposta ha fatto seguito l’applauso della Lega.
Infine ha concluso: «Voglio essere chiaro, c’è stato un rimprovero sul perché il governo abbia deciso di non intervenire su temi come la cannabis, lo ius scholae, il dl Zan, temi di origine parlamentare, per la sua natura di governo fondato su una ampia coalizione di unità nazionale».
Il centrodestra esprime stupore per la questione di fiducia alla risoluzione Casini posta dal premier Draghi. «Forza Italia, Lega, Udc e Noi con l’Italia hanno accolto con grande stupore la decisione del presidente del Consiglio Mario Draghi di porre la questione di fiducia sulla risoluzione presentata da un senatore, Pierferdinando Casini, eletto dalla sinistra. Il presidente Silvio Berlusconi questa mattina aveva comunicato personalmente al capo dello Stato, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Mario Draghi, la disponibilità del centrodestra di governo a sostenere la nascita di un esecutivo da lui guidato e fondato sul nuovo patto che proprio Mario Draghi ha proposto in Parlamento. La nostra disponibilità è stata confermata e ufficializzata nella proposta di risoluzione presentata dal centrodestra di governo in Senato» si legge in una nota del centrodestra di governo.
È terminata la riunione dei capigruppo a Palazzo Madama. A breve avranno luogo le dichiarazioni di voto sulla fiducia al Governo e a seguire il voto di fiducia sulla risoluzione presentata dal senatore Casini che approva le comunicazioni del Presidente del Consiglio: questo è quanto deciso dalla capigruppo. Il voto sulla fiducia sarà per chiama nominale. È dunque ripresa la seduta con le dichiarazioni di voto.
Insieme per il futuro: vota sì alla fiducia. «Il Paese si è espresso. Tutti le chiedono di continuare il suo lavoro, come noi – ha dichiarato al Senato Primo Di Nicola, capogruppo di Insieme per il futuro, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al Governo – Se non si darà la possibilità al governo di continuare il suo lavoro, a pagarne il prezzo saranno i cittadini. Gli effetti della crisi sarebbero devastanti. Un nuovo inizio è possibile, credo che varie forze possano favorirlo, al contrario di chi ha deciso di voltare le spalle agli italiani. Voteremo sì alla risoluzione Casini».
Italia al centro: «I senatori di Italia al Centro voteranno a favore della fiducia al governo Draghi» fanno sapere dal partito presieduto da Giovanni Toti.
Italia Viva: voterà sì. «Questa crisi grottesca e assurda voluta da Conte e M5s cade in un momento ricco di problemi – ha dichiarato il leader Matteo Renzi – La democrazia è in crisi dal Regno Unito allo Sri Lanka, mentre siamo impegnati nelle nostre vicende partite da un termovalorizzatore, necessario, la guerra va avanti anche quando noi facciamo finta di non accorgercene. L’inflazione è ai massimi storici da anni. Il parlamento è fermo su una posizione assurda di chi vuole la crisi, ma non ha il coraggio di far dimettere i ministri».
Pd: vota sì. «Non abbiamo paura del voto ma lasciare il Paese senza guida nei prossimi mesi, che saranno mesi difficilissimi». Ha dichiarato al Senato la capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, annunciando il sì alla fiducia.
Leu: vota sì. «Non ci siamo sottratti alle nostre responsabilità e neanche questa volta lo faremo – ha dichiarato la senatrice Loredana De Petris, capogruppo di Liberi e Uguali – e per questo i senatori di Libero e Uguali-Ecosolidali voteranno la fiducia».
Forza Italia: non parteciperà al voto. «Con amarezza il gruppo di Forza Italia al Senato non parteciperà al voto sulla fiducia posta dal governo solo sulla risoluzione Casini» ha dichiarato la capogruppo Annamaria Bernini.
Lega: non parteciperà al voto. «La lealtà della Lega non è mai venuta meno in alcun giorno del Governo – ha dichiarato il senatore leghista, Stefano Candiani – L’azione di questo governo non si può reggere sull’inaffidabilità».
Movimento 5 Stelle: non parteciperà al voto.
La presidente del Senato Elisabetta Casellati, dopo le votazioni, ha dichiarato che “manca il numero legale”. Forza Italia, Lega e il Movimento 5 Stelle, infatti, non voteranno la fiducia.