Molti Paesi dell’Ue hanno sollevato dubbi sul piano d’emergenza della Commissione che vuole preprarae l’Ue a un possibile stop delle forniture di gas dalla Russia
Diversi Stati dell’Ue vogliono modificare il Piano d’emergenza Risparmiare energia per un inverno sicuro, presentato dalla Commissione Ue e volto a preparare l’Unione a un possibile stop delle forniture di gas dalla Russia. Prevede una riduzione del 15% del consumo di gas, calcolata sulla media dei consumi del periodo 2017-2021 (da agosto a marzo), da conseguire nel periodo da agosto 2022 a fine marzo 2023. Ma diversi Paesi hanno bocciato e stanno bocciando la proposta.
Secondo quanto si apprende le questioni che fanno storcere il naso sono: l’obbligatorietà dell’obiettivo di riduzione al 15%, nel caso della dichiarazione dello stato d’emergenza; l’obiettivo stesso del 15%, che molti considerano troppo ambizioso e difficile da raggiungere; il principio del target uniforme e uguale per tutti i paesi, indipendentemente dalle loro condizioni; i poteri che la Commissione si attribuisce nell’attivare l’obbligatorietà della riduzione dei consumi di gas, con la semplice decisione di dichiarare lo stato di allerta.
Il Piano è attualmente in discussione nel Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue (Coreper), dopo che la proposta è già stata esaminata dal gruppo di esperti dell’energia in seno al Consiglio Ue. Una nuova riunione del Coreper è già prevista poi per lunedì prossimo. Fonti diplomatiche a Bruxelles hanno confermato oggi che “il negoziato è ancora molto aperto”, ma che la proposta iniziale della Commissione suscita molti dubbi.