Con lo scioglimento delle Camere per i parlamentari arrivano pensione anticipata e Tfr
I parlamentari, dopo lo scioglimento delle Camere e la fine della legislatura, hanno diritto a pensione anticipata e Tfr, ma non sarà lo stesso importo per tutti, dato che le cifre dipendono dalla situazione contributiva dei singoli.
Dal 2012 è stato abolito il sistema dei vitalizi per cui chiunque sedesse anche solo un giorno in Parlamento maturasse il diritto a un assegno. La legge prevede il diritto alla pensione anticipata a 65 anni per i parlamentari al primo mandato dopo quattro anni, 6 mesi e un giorno di legislatura. Per chi siede oggi in Parlamento per la prima volta la data della maturazione del diritto è il 24 settembre prossimo, giorno prima delle elezioni. Il sistema prevede il pensionamento a 65 anni e per ogni anno di mandato parlamentare oltre il quinto, il requisito scende di 12 mesi, ma non è possibile andare in pensione prima dei 60 anni.
L’importo della pensione dei parlamentari è calcolato sulla base del sistema contributivo e dipende da quanto versato (a INPS o altre casse di previdenza), durante la legislatura mensilmente ogni deputato versa in un fondo una parte della sua indennità lorda, pari a 784,14 euro. L’assegno che viene corrisposto in una sorta di Trattamento di fine rapporto è dell’80% dell’importo mensile lordo per ogni anno di mandato effettivo (o frazione entro i 6 mesi), ovvero 37.566 euro lordi.
I senatori versano ogni mese in un fondo 695,8 euro della loro indennità lorda. Dopo i quattro anni e mezzo di mandato di questa legislatura prenderanno 37.386 euro lordi.