
Istat: divario crescita stipendi-prezzi quasi 6 punti
I contratti collettivi che, a fine giugno 2022, sono ancora in attesa di rinnovo scendono a 33 e coinvolgono circa 6,4 milioni di dipendenti, ovvero il 51,6% del totale. Lo rileva l’Istat nel suo rapporto su contratti collettivi e retribuzioni contrattuali relativo al secondo trimestre 2022.
Il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, tra giugno 2021 e giugno 2022, è passato da 28,1 a 30,7 mesi, mentre per il totale dei dipendenti diminuisce lievemente (da 16,5 a 15,8 mesi).
Il divario tra la dinamica delle variazioni dei prezzi, misurata dall’IPCA, e quella delle variazioni delle retribuzioni contrattuali, nella media dei primi 6 mesi dell’anno, arriva a quasi 6 punti percentuali. La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2022 è cresciuta dello 0,8%, più elevata rispetto allo stesso periodo del 2021. L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a giugno 2022 segna un aumento congiunturale dello 0,3% e dell’1,0% rispetto a giugno 2021.
L’aumento tendenziale è stato dell’1,6% per i dipendenti dell’industria, dello 0,4% per quelli dei servizi privati e dello 0,5% per i lavoratori della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli dei ministeri (+4,4%), dell’agricoltura (+4,1%), delle farmacie private (+3,9%) e dell’edilizia (+3,3%). L’incremento è invece nullo per il commercio e per il credito e assicurazioni.