A trainare è l’industria. Il tempo determinato è la forma contrattuale più proposta
Sono 285 mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di agosto e circa 1,3 milioni per l’intero trimestre agosto-ottobre. È quanto emerge dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, in cui si evidenzia come, rispetto a un anno fa, le previsioni delle imprese in crescita di +70 mila nel trimestre (+5,7%). Ma rimanere le incertezze legate alla guerra in Ucraina che condizionano i pronostici delle aziende, insieme a quelle legate all’aumento dell’ e alle mutate condizioni di accesso al credito definito con il rialzo dei tassi di interesse nell’area euro.
L’industria nel suo complesso è alla ricerca di 81 mila profili professionali, in crescita dell’11,3% rispetto a un anno fa, di cui 55 mila da impiegare nel manifatturiero (+3,4% su base annua) e 26 mila nelle costruzioni (+32,9% sull’anno). Seguono il commercio (37 mila entrate; +19,5% sull’anno), i servizi alle persone (36 mila; +17,0% sull’anno) ei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (27 mila; +21,6 % sull’anno).
Il tempo determinato si conferma la forma contrattuale maggiormente proposta con 156 mila unità, pari al 54,9% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (45mila), i contratti di somministrazione (38mila), gli altri contratti non alle dipendenze (16mila), i contratti di apprendistato e gli altri contratti alle dipendenze (entrambi con 13mila) ei contratti di collaborazione (3mila) . Ad agosto, la difficoltà di reperimento dichiarata dalle imprese riguarda complessivamente il 41,6% delle assunzioni programmate (8,9 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno). La motivazione principale dalle imprese è la “mancanza di candidati” che ad agosto 2022 è stata per il 26,8% profili ricercati (valore superiore di 8,2 punti percentuali rispetto allo scorso anno). Segue la motivazione collegata alla “preparazione non adeguata dei candidati” (vale per 10,9% dei profili ricercati) e altre motivazioni (4,0%).
A dover fronteggiare il più elevato mismatch sono le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo con il 55,6% dei profili professionali ricercati di difficile reperimento, seguendo le industrie del legno e del mobile (53,7%), le imprese delle costruzioni ( 52,7%), le imprese dei servizi informatici e delle telecomunicazioni (48,9%) ed infine le industrie meccaniche ed elettroniche (47,9%).
Le figure più difficili da trovare sono artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (71,7% è di difficile reperimento), operatori della cura estetica (71,1%), fabbri e costruttori di utensili (65,1%), meccanici, montatori, riparatori e manutentori (64,8%).