La revisione in negativo è dovuta in primo luogo al protrarsi del conflitto in Ucraina, che si traduce in un deterioramento della domanda estera e in una maggiore persistenza dell’inflazione
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha rivisto al rialzo la sua stima sul Pil per quest’anno da +2,9% a +3,2% ma ha drasticamente tagliato quella del 2023 da +2,1% a +0,9%. E’ quanto si legge nella Nota sulla congiuntura di agosto.
La revisione in negativo è dovuta in primo luogo al protrarsi del conflitto in Ucraina, che si traduce in un deterioramento della domanda estera e in una maggiore persistenza dell’inflazione. «L’incertezza sulle prospettive dell’economia globale è aumentata rispetto alla scorsa primavera e i rischi sono sempre più orientati al ribasso – afferma l’UPB. – In questa cornice l’Italia sembra rispondere meglio delle attese nel 2022 mentre il prossimo anno il nostro Paese potrebbe registrare invece un brusco rallentamento».
Stando a diverse recenti analisi, sia italiane che internazionali, l’interruzione completa delle forniture di gas dalla Russia potrebbe comportare per il nostro Paese una riduzione della crescita, fino a circa quattro punti percentuali, con particolare riferimento al 2023.
L’UPB sottolinea che nei calcoli delle proiezioni “è considerata la piena attuazione degli investimenti previsti dal PNRR, che sosterrebbe il Pil in misura non trascurabile (oltre 1,5 punti percentuali nel biennio), quindi rappresenta un elemento chiave della previsione“.