
Inflazione, crisi energetica, aumento dei prezzi e conflitto in Ucraina rappresentano un rischio
E’ in calo il contrabbando di sigarette in Italia. Secondo un report realizzato da Intellegit con il contributo di BAT Italia il fenomeno è in diminuzione del 38% rispetto al 2020. Tutto questo avviene grazie alla sinergia delle azioni delle Forze dell’Ordine, l’introduzione di strumenti di tracciamento sempre più sofisticati lungo tutta la filiera, il mantenimento di una politica fiscale equilibrata e la sensibilizzazione dei consumatori finalizzata alla diffusione di una cultura della legalità che hanno permesso di ridurre significativamente l’impatto del fenomeno.
Mentre in alcuni Paesi europei le vendite illecite assumono proporzioni particolarmente significative, come Francia e Grecia dove le quote di contrabbando rappresentano rispettivamente il 29 % e il 24% sul totale del consumo, in Italia l’incidenza è del 2,2%: il nostro Paese si posiziona infatti al 27esimo posto su 30 della classifica sull’incidenza del consumo illecito.
Ma inflazione, crisi energetica, aumento dei prezzi e conflitto in Ucraina rappresentano un rischio. Basti pensare che nel 2021 in Italia il costo medio per le sigarette è di poco più di cinque euro, 16 centesimi in più rispetto al 2020.
A livello geografico il consumo di sigarette di contrabbando è esteso a diverse aree del Paese. Udine (33,8%) e Trieste (21,5%) sono ai primi posti per la maggiore incidenza di prodotti provenienti dall’estero e cresce il contrabbando dall’Est Europa e dai Balcani, da cui originano il 33% dei flussi. Oltre la metà dei tabacchi sequestrati sono illicit whites, prodotti lecitamente in Paesi extra UE. Il maggior numero dei sequestri è in Campania, ma anche nelle aree portuali di Friuli e Liguria e in Lombardia.