Dati semestrali soddisfacenti per il presidente Pederanzini, dopo la trasformazione in società per azioni, avvenuta alla fine dello scorso anno
La Banca Popolare di Sondrio ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 105,1 milioni di euro, in calo del 23,1% rispetto ai 136,7 milioni precedenti. Il dato, informa una nota, incorpora oneri per la stabilizzazione del sistema bancario pari a 40 milioni, di euro in ulteriore incremento rispetto al periodo di confronto.
Tra gli altri dati, la crescita del margine di interesse del 21,3% a 320,3 milioni e il +7,9% delle commissioni a 184,5 milioni. I crediti deteriorati netti sono pari a 761 milioni, in riduzione del 25,3%. I ratio patrimoniali vedono un il CET1 ratio al 15,2% e il Total capital ratio al 17,9%. La raccolta diretta da clientela ammonta a 38,2 miliardi (-2,8% su fine 2021), quella indiretta ammonta a 37,3 miliardi (-8,7%). I finanziamenti verso clientela si attestano a 33,2 miliardi (+7,1%).
«Dopo la trasformazione in società per azioni avvenuta alla fine dello scorso anno, sono soddisfatto di poter commentare questa importante performance – ha dichiarato Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale di Banca Popolare di Sondrio – abbiamo registrato un utile netto pari a circa 105 milioni grazie soprattutto alla forte crescita dell’attività bancaria caratteristica che supera il mezzo miliardo di euro, evidenziando una volta di più la nostra natura di ‘banca che fa banca’ in modo efficace ed efficiente».
Per l’intero esercizio – afferma la nota – il gruppo, grazie alle solide basi patrimoniali e alla capacità di resilienza del modello di business finora mostrata, dovrebbe ragionevolmente continuare ad ottenere risultati positivi, almeno in linea con l’andamento del primo semestre.