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Attualita'

In Italia la copertura 5g è al 99,7%, ma c’è ancora tanto da fare

Flavia Dell'Ertole
6 Agosto 2022
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Con una rete adatta il 5g porterà una spinta al sistema produttivo del 25% Dai dati che ha raccolto a marzo 2022 l’Osservatorio 5G della Commissione europea il segnale 5g […]

Con una rete adatta il 5g porterà una spinta al sistema produttivo del 25%

Dai dati che ha raccolto a marzo 2022 l’Osservatorio 5G della Commissione europea il segnale 5g in Italia ha raggiunto il 99,7% della popolazione. Nella precedente rilevazione la percentuale si arrestava al 40%, secondo in due anni l’Italia potrà avvalersi di una rete 5g in grado di creare un ecosistema che possa dare una spinta al sistema produttivo, “fino al 25% in più“.

In Italia la situazione è complicata perché le reti di nuova generazione hanno “bassa capacità”, ma lungo lo Stivale “dove c’è un gap tra una domanda potenziale enorme di servizi 5G e la difficoltà di sviluppare queste reti, ci sono gli spazi per poter investire“.

Luca Luciani, CEO di BAI Communications Italia, fa il punto sulla situazione 5g e spiega che per “un salto tecnologico bisogna rimettere mano agli investimenti, modernizzare e ripensare la rete. Il 5G, nel caso specifico, ha bisogno di capillarità e di tantissime antenne“. Fondamentale passare da “una copertura a macchia di leopardo” e da quello che Luciano ha definito “un velo di copertura” a “un ambiente 5G completo, con l’IoT, e non con soluzioni spot, come avviene oggi”. Per farlo “abbiamo bisogno sicuramente che vengano realizzati i progetti del PNRR e occorre densificare la rete nelle aree rurali. Dopodiché serve entrare nelle città, collaborare con i sindaci e con le aziende municipalizzate, collegare le antenne e metterle a disposizione degli operatori”.

Dato che ogni azienda municipalizzata “gestisce un patrimonio di infrastrutture (come i pali della luce) che possono fungere da supporto naturale a questo tipo di rete. D’altra parte sono anche possibili fruitori di servizi IoT. Quindi, PNRR a parte, ci sono grandi possibilità di cooperare, per far fare un salto alle città” il cliente finale “non avrà, come dire un ‘velo di copertura’, ma inizierà ad avere una rete robusta, che permetterà anche un approccio anche mentale diverso”.

«Quello che gli cambierà la vita sarà l’Internet of Things, gli oggetti connessi. Pensiamo al traffico urbano e alla possibilità di fare re-routing del traffico in funzione di una congestione dovuta alle automobili. Questa è una classica use case di come IoT e 5G cambieranno veramente le nostre abitudini. Pensiamo a quale impatto potrebbe avere un sistema di navette (magari piccolo) a guida autonoma in una città come Roma. Per poterlo fare c’è bisogno di 5G, latenza zero e contiguità» spiega Luciani.

Oggi i grandi eventi che radunano 50mila persone vedono gli utenti obbligatoriamente utilizzare il 4g, “lo stadio Olimpico di Roma, ma anche gli altri stadi del Paese, non è ad esempio in grado di supportare WhatsApp durante un concerto. Il 5G fa fare tra i due e i tre salti di grandezza da un punto di vista di capacità e ‘sbottiglia’ in maniera formidabile quel tipo di esperienza. Pensiamo solo che gli stadi americani garantiscono 180 megabit al secondo per ogni seggiolino“.

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