Il mercato italiano accoglie con sollievo la notizia della ripresa degli scambi commerciali via mare con l’Ucraina, nostro principale fornitore di olio di semi di girasole
La notizia dello sbarco dai porti ucraini nel Mar Nero di navi con prodotti alimentari fa tirare un (piccolo) sospiro di sollievo all’Italia dove il prodotto che ha registrato il rincaro più salato si conferma l’olio di semi di girasole. Un aumento record del 66% attestato anche da Coldiretti e dovuto proprio alla forte dipendenza del mercato interno dall’export ucraino.
Nel 2021 proprio l’Ucraina ha fornito all’Italia quasi la metà delle importazioni nazionali di olio di girasole (46%), per un totale di 260 milioni di chili.
Mentre la nave Mv Mustafa Necati è in viaggio verso Monopoli con 6mila tonnellate di olio, gli scaffali dei supermercati hanno già iniziato il razionamento delle vendite, mentre alcune industrie alimentari sono arrivate a modificare le loro ricette per far fronte ai costi della materia prima.
L’olio di girasole è infatti molto utilizzato non solo per la frittura a immersione (con l’immediata ricaduta per i ristoranti), ma anche per diverse preparazioni industriali e per la produzione di conserve, condimenti, salse, maionese.
Secondo l’analisi di Coldiretti sul podio dei rincari, subito dietro l’olio, ci sono il burro (+31,9%) e la farina (+21,5%).