Secondo il centro studi, i risultati economici delle banche esaminate sono stati influenzati da operazioni straordinarie, quali l’acquisto di Carige da parte di Bper
Nel primo semestre 2022 i dieci maggiori istituti di credito italiani registrano una crescita complessiva del 5,5% dell’utile contabile, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 6,8 miliardi di euro.
Lo rileva un’analisi del Centro Studi UIL Credito Esattorie e Assicurazioni Orietta Guerra, secondo cui i risultati economici delle banche esaminate (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Bpm, Fineco, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Credito Emiliano, Volksbank, Banco Desio, Banca Popolare di Sondrio) sono stati influenzati da operazioni straordinarie, quali l’acquisto di Carige da parte di Bper e le svalutazioni realizzate da Intesa Sanpaolo e Unicredit sugli assets coinvolti nella guerra della Russia contro l’Ucraina, che tuttavia non sembrano impattare sul raggiungimento degli obiettivi indicati nei rispettivi piani industriali.
I positivi risultati semestrali delle banche – spiega lo studio – riflettono un’economia italiana che per il 2022 sta crescendo oltre le attese, come evidenziato sia dal Fondo Monetario Internazionale che dalla Commissione Europea. La crescita del Pil ha permesso al governo italiano dimissionario di deliberare nuove manovre di spesa senza ulteriore debito pubblico.
«L’inflazione e l’aumento dei costi di energia e materie prime sono fenomeni cui non eravamo più abituati, come l’incremento dei tassi d’interesse che le banche centrali hanno iniziato a effettuare per raffreddare la crescita dei prezzi. Uno scenario che comporta il rischio di forti impatti negativi per famiglie e imprese», così Fulvio Furlan, segretario generale Uilca.
La fragilità economica, che potrebbe emergere a causa dell’aumento dei tassi d’interesse, è ulteriormente accentuata dalle incertezze sull’andamento del contagio da Covid-19, ancora non del tutto debellato, come di altri possibili impatti che emergenze sanitarie e ambientali potrebbero produrre. Secondo Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca Orietta Guerra, «tutto questo rende fragili i commerci mondiali, anche considerando le importanti restrizioni in Cina dove, in presenza di pochi casi di contagio da Covid-19, si registrano blocchi nella produzione manifatturiera e nell’interscambio commerciale».
Secondo l’analisi del Centro studi, nel primo semestre i ricavi delle principali banche hanno registrato un aumento del 3,9%, sia dal lato dei margini d’interesse (+7,2%), che in prospettiva potrebbero ulteriormente crescere per l’ampliamento dello spread raccolta-impiego, sia dal lato delle commissioni (+2,2%). In merito vi è la necessità di investire l’enorme liquidità presente nei conti correnti degli italiani, erosa dall’inflazione e non produttiva per il Paese, attraverso la creazione di prodotti finanziari in grado di originare sviluppo economico, progresso sociale e occupazione, inserendo principi di sostenibilità nel settore bancario e in generale in quello economico finanziario.
Per il Centro Studi Uilca Orietta Guerra i costi dell’energia e delle materie prime, oltre a un sentiment negativo, con un indice Pmi manifatturiero sotto i 50 punti a luglio 2022, imporranno alle banche una maggiore attenzione nella gestione del credito per evitare future crescite di Non-Performing Loans, che si stanno riducendo grazie alle politiche di derisking attuate da tutte le banche.
L’incidenza delle commissioni e del margine d’interesse sui ricavi, rispettivamente del 41,3% e del 43,7%, «potrà produrre vantaggi alle banche per l’aumento dei tassi d’interesse ma allo stesso tempo, in un contesto economico che si prospetta di recessione o di minore crescita attesa, si avranno sicuramente impatti sugli attori economici», commenta Roberto Telatin.
In tale ambito si evidenzia che spostare il problema degli Npl al di fuori dal sistema bancario, ma comunque dentro il circolo economico, non risolve l’indebitamento di imprese e famiglie. Si pone quindi necessaria – sostiena la Uilca – una riflessione su come si originano gli Npl e sulla loro gestione, per evitare un peggioramento della situazione debitoria complessiva del Paese. Per il segretario generale Uilca Fulvio Furlan «servono garanzie per come sono effettuate tali lavorazioni, che non devono essere oggetto di esternalizzazione da parte delle banche, con una mera logica di taglio dei costi, e in ogni caso devono restare nel settore, con l’applicazione del contratto del credito alle lavoratrici e ai lavoratori che le svolgono».