Secondo un’analisi, in dieci anni si sono persi oltre 1,3 milioni di “capitani di impresa” under 49 (-53%), mentre sono aumentati gli over 70 ai vertici delle aziende (+27%)
Ci sono sempre meno giovani al comando delle imprese italiane. Secondo un’analisi sul Registro delle imprese delle Camere di commercio realizzata da Unioncamere e InfoCamere, in dieci anni si sono persi oltre 1,3 milioni di “capitani di impresa” under 49 (-53%) mentre sono aumentati gli over 70 ai vertici delle aziende (+27%).
Tra il 2011 e il 2021 il sistema imprenditoriale ha subito un forte aumento dell’età della classe dirigente. Ci sono sempre piu’ teste “grigie” tra titolari, amministratori e soci al comando delle imprese, soprattutto al Sud dove si registra un’impennata di ultra settantenni (+41%) a fronte di un dimezzamento dei “condottieri” con meno di cinquant’anni.
Più nel dettaglio, nell’ultimo decennio a fronte di una diminuzione di 456 mila persone con cariche dirigenziali all’interno delle imprese ovvero il -4,8%, la classe di eta’ con meno di 30 anni si e’ ridotta del 25,9% e del 28% quella tra i 30 e i 49 anni.
Tra i giovani under 30 – fa notare lo studio di Unioncamere – sono soprattutto il Mezzogiorno e la componente femminile ad avere registrato la maggiore contrazione (rispettivamente -29,8% e -28%). Mentre aumentano di 623mila unita’ (+ 17,1%) le persone alla guida delle imprese tra i 50 e i 69 anni e di 277mila unita’ quelle con 70 anni e più.
«Il forte calo di giovani alla guida delle imprese, causato anche dall’invecchiamento della popolazione, pone un serio problema di passaggio generazionale dell’imprenditoria italiana che va affrontato in modo deciso – ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, secondo cui il fenomeno – rischia di rallentare il processo di modernizzazione in corso del modo di fare impresa in Italia cogliendo i vantaggi legati alla transizione 4.0».