Nel report di agosto dell’Agenzia internazionale dell’energia, si fa il punto anche sulla Russia, che ha mitigato le perdite di export verso l’occidente grazie alla Cina e all’India
«I prezzi del gas naturale e dell’elettricità hanno raggiunto nuovi record, incentivando il passaggio dal gas al petrolio in alcuni paesi. Con diverse regioni che stanno sperimentando ondate di caldo torrido, gli ultimi dati confermano un aumento del consumo di petrolio nella produzione di energia, soprattutto in Europa e Medio Oriente, ma anche in tutta l’Asia. Il cambio di carburante è in corso anche nell’industria europea, compresa la raffinazione».
È quanto scrive l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), nel suo report di agosto sul petrolio.
«L’aumento vertiginoso del consumo di petrolio per la produzione di energia e il passaggio da gas a petrolio sono all’origine di un aumento della domanda» prosegue l’Agenzia nel documento, segnalando di avere aumentato la previsione di domanda di 380mila barili al giorno.
Secondo quanto riportato dall’Agenzia, la domanda globale è data in aumento di 2,1 milioni di barili al giorno per arrivare a 99,7 milioni di barili al giorno nel 2022 e 101,8 milioni di barili al giorno nel 2023.
E sulla Russia, dice «Mentre le esportazioni russe di greggio e prodotti petroliferi in Europa, Stati Uniti, Giappone e Corea sono diminuite di quasi 2,2 milioni di barili al giorno dall’inizio della guerra, il reindirizzamento dei flussi verso India, Cina, Turchia e altri Paesi, insieme a un aumento stagionale della domanda interna russa, ha mitigato le perdite a monte».
A luglio, viene spiegato, la produzione petrolifera russa era di soli 310mila barili al giorno al di sotto dei livelli prebellici, mentre le esportazioni totali di petrolio erano scese di appena 580mila barili al giorno. Si prevede che l’embargo dell’Ue sulle importazioni di greggio e prodotti dalla Russia, che entrerà in vigore a pieno regime nel febbraio 2023, causerà ulteriori cali.