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Economia

Inflazione, la classifica dei rincari città per città. Cosenza e Bolzano in testa

Giulia Guidi
12 Agosto 2022
Inflazione, la classifica dei rincari città per città. Cosenza e Bolzano in testa
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Secondo le rilevazioni dell’Unione Consumatori, la città calabrese è in vetta per il rincaro dei generi alimentari mentre il capoluogo altoatesino per quello energetico Il maggiore rincaro dei prezzi di […]

Secondo le rilevazioni dell’Unione Consumatori, la città calabrese è in vetta per il rincaro dei generi alimentari mentre il capoluogo altoatesino per quello energetico

Il maggiore rincaro dei prezzi di cibo e bevande si registra a Cosenza (+13,1%), subito dopo Viterbo (+12,8%) e Imperia (+12,7%). Il maggiore aumento dei prezzi di luce e gas si raggiunge invece a Bolzano (+107,3%), con a ruota Trento (+105,2%) e Perugia (+65,9%).

A dirlo è l’Unione Nazionale Consumatori, che ha condotto uno studio da cui ha derivato la classifica completa delle città con i maggiori rincari annui per quanto riguarda da un lato cibo e bevande, dall’altro luce e gas.

Lo studio è stato realizzato elaborando gli ultimi dati Istat sull’inflazione relativi al mese di luglio.Se in Italia i prezzi dei Prodotti alimentari e le bevande analcoliche sono saliti a luglio del 10% su base annua, determinando già una stangata pari in media a 564 euro a famiglia, in molte città è andata ancora peggio, sottolinea l’Unc.

A guidare la classifica delle città con i maggiori rincari dei beni alimentari è dunque Cosenza, dove per cibo e bevande si registra un rialzo del 13,1% rispetto a luglio 2021, +847 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media. Al secondo posto c’è come detto Viterbo, con un incremento dei prezzi del 12,8% e un aggravio annuo pari a 713 euro.

Ultimo posto sul podio va a Imperia dove mangiare costa il +12,7% in più, pari a 680 euro.Seguono Sassari (+12,4%, 569 euro), Ascoli Piceno (+12,2%, 664 euro), al sesto posto Catania (+9,5%, +551 euro), poi Verona e Terni (entrambe +11,5%, rispettivamente 621 e 690 euro), e Padova, Forlì-Cesena, Arezzo e Olbia-Tempio (+11,4% per tutte).

Va considerato, spiega l’Unc, che le somme in euro si riferiscono a una famiglia media. La situazione per i nuclei più numerosi è decisamente peggiore. Per l’Italia si passa dalla media di 564 euro, a 769 euro per una coppia con 2 figli, 919 euro per le coppie con 3 o più figli.

Sull’altro versante, la città più risparmiosa per mangiare e bere è Bergamo, dove i prezzi crescono “solo” del 7%, pari a una spesa aggiuntiva di 400 euro, suggerisce l’Unc. Medaglia d’argento per Cremona (+7,3%, +418 euro) e sul gradino più basso del podio Parma (+7,7%, +412 euro). Bene anche Como (+8,1%, 463 euro), Milano (+452 euro), Aosta e Piacenza (+8,3% per tutte e 3).

Per quanto riguarda invece energia elettrica, gas e altri combustibili – voce che include gas, luce (mercato tutelato e libero), gasolio per riscaldamento e combustibili solidi – per l’Unc in Italia il rincaro a luglio è stato già spaziale, +59,2% il dato tendenziale, con una mazzata a famiglia pari in media a 798 euro su base annua, in alcune città si è avuto addirittura un raddoppio rispetto allo scorso anno.

A vincere la classifica dei cittadini più bastonati, scrive l’Unc, è Bolzano, dove le spese per luce e gas decollano del 107,3% su luglio 2021. Medaglia d’argento a Trento, +105,2%, anche qui oltre il doppio. Sul gradino più basso del podio Perugia (+65,9%). Seguono Terni (+65%), Teramo (+64,4%), al sesto posto Varese e Lodi (+63,6% per entrambe), poi Milano e Catania (+63,5% per ambedue). Chiude la top ten Brescia con +63,4%.

Il podio delle città meno tartassate dai rincari energetici, conclude l’Unc, è composto da Genova (+51,1%), Reggio Calabria (+51,7%) e Benevento (+51,8%). Tra le grandi città bene anche Napoli, all’ottavo posto delle virtuose con +52,6%, e Torino che chiude la top ten delle migliori con +52,7%. 

  • rincari
  • unione nazionale consumatori
  • inflazione italia
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