Sono 970 i Comuni italiani che hanno già introdotto la tassa di soggiorno
La ripresa del turismo non guida solo la crescita degli operatori del settore ma porta anche ingenti entrate nelle casse delle amministrazioni locali. Lo conferma uno studio sulla tassa di soggiorno dell’Osservatorio nazionale di Jfc sull’imposta, che viene pagata in quasi 970 Comuni in tutta Italia.
Nel 2020 le amministrazioni locali hanno incassato complessivamente 192 milioni di euro dalla tassa di soggiorno; nel 2021 il dato è salito a 263 milioni di incassi. Pur osservando il trend positivo, l’osservatorio ricorda anche come questo valore raggiungesse quota 622 nel 2019.
Per quanto riguarda il 2022, le previsioni parlano di 472 milioni di incassi: il 79,5% in più rispetto all’anno scorso.
«Senza dimenticare, d’altra parte – spiega l’amministratore unico di Jfc Massimo Feruzzi – che il governo ha istituito un fondo con una dotazione di 350 milioni per il ristoro parziale dei mancati incassi dell’imposta di soggiorno e contributo di sbarco, e che ha già riconosciuto ai Comuni 75 milioni per tali minori incassi (di cui 21,9 milioni sono andati a Roma Capitale, 8,4 milioni a Milano, 5,8 milioni a Firenze e 5,2 milioni a Venezia), e che ulteriori 75 milioni saranno a breve ripartiti tra tutti i Comuni, ad eccezione di quelli della Provincia di Trento».
Sono diversi i Comuni che hanno introdotto quest’anno, per la prima volta, la tassa di soggiorno; parliamo ad esempio di Cremona, Reggio Emilia, Tuglie, Selvino, Pollica, Alliste, Massarosa, Gizzeria, Ivrea, Capo d’Orlando. Starebbero pensando di introdurla anche le amministrazioni comunali di Sulmona, Scansano e altri 28 Comuni.