
I dipendenti, circa 1.500, hanno lasciato la postazione di lavoro a metà turno per protestare contro i bassi salari e la scarsa sicurezza legata all’ondata di caldo
Nuova protesta dei lavoratori, ieri, contro Amazon. Circa 150 dipendenti dell’hub aereo dell’azienda a San Bernardino, in California, hanno lasciato la postazione di lavoro a metà turno per protestare contro i bassi salari e la scarsa sicurezza legata all’ondata di caldo. Lo si apprende dal ‘Washington Post‘, di proprietà di Jeff Bezos.
Benché si tratti di una piccola parte della forza lavoro presente nell’hub, pari a 1500 dipendenti, l’interruzione potrebbe procurare nuovi grattacapi e problemi logistici ad Amazon secondo il quotidiano statunitense.
Lo sciopero nel sud della California, informa il Wp, è la prima azione sindacale coordinata nella divisione di trasporto aereo di Amazon. L’interruzione è solo l’ultimo segnale, commenta il quotidiano, di un sentimento filosindacale che va diffondendosi in Amazon, questa volta in uno snodo particolarmente vulnerabile della sua rete logistica.
L’azienda, infatti, dipende fortemente dagli hub aerei per la consegna di milioni di pacchi ogni giorno: l’effetto di uno sciopero o dell’interruzione del lavoro in una di queste strutture avrebbe un impatto maggiore rispetto a un’azione simile in un magazzino regionale.
Anche se Amazon cerca di prendere le dovute misure rispetto ai dipendenti sindacalizzati, lo sciopero in California, secondo il ‘Washington Post‘, dimostra come i lavoratori continuino a organizzarsi in maniera indipendente in tutto il paese. L’interruzione di San Bernardino, infatti, rientra in una più ampia serie di iniziative sindacali in tutto il paese presso i magazzini Amazon.