
Il mercato di destinazione numero uno degli status symbol resta quello degli Stati Uniti (+13,5% a 323 milioni). In ripresa il mercato cinese, boom in Italia (+31,3%)
Luglio è stato un mese proficuo positivo per le vendite di orologi svizzeri all’estero. Le esportazioni hanno infatti raggiunto i 2,2 miliardi di franchi, ovvero il livello più alto dal record di ottobre 2014. Su base annua, la crescita è stata dell’8,3%, indica in un comunicato odierno la Federazione dell’industria orologiera (Fh).
Si conferma dunque l’andamento positivo che si osserva dall’inizio del 2022: nei primi sette mesi l’export è salito dell’11% a 14,1 miliardi. Il mercato di destinazione numero uno resta quello degli Stati Uniti (+13,5% a 323 milioni). Tuttavia, si è confermata la perdita di slancio della crescita già registrata in giugno, precisa la Fh.
La tendenza invece è opposta in Cina, dove l’abolizione delle rigide misure anti-Covid ha permesso di riportare le cifre sulla retta via (+18,4% a 315 milioni) dopo un secondo trimestre al rallentatore (-43,3%). Dal canto suo, soffre ancora Hong Kong (-11,9%).
In generale, il mercato asiatico appare come una sorta di ottovolante. A testimoniarlo ulteriormente vi è il forte rialzo messo a segno da Singapore (+29,1%), al quale fa da contraltare la frenata in Giappone (-1,4%). Per quel che concerne l’Europa, l’incremento rispetto a luglio 2021 ha toccato l’8,0%. Progressione al di sopra della media per tutti i principali sbocchi commerciali, ossia Regno Unito (+11,8%), Francia (+11,5%), Germania (+12,6%) e Italia (+31,3%).