
A fronte dei costanti aumenti causati dall’inflazione, proclamato un fitto calendario di scioperi settoriali. Per i dipendenti BT, la compagnia telefonica di bandiera, sarà il primo il 35 anni
Nuova ondata di scioperi in Gran Bretagna questa settimana: lavoratori delle ferrovie, delle poste, portuali protesteranno per aumenti salariali a fronte di un’inflazione in crescita e di un potere d’acquisto in calo.
I sindacati Rmt, Tssa e Unite hanno proclamato tra giovedì e sabato la mobilitazione dei lavoratori delle ferrovie, ultima puntata del più grande sciopero del settore in 30 anni, iniziato a fine giugno. Network Rail ha avvertito che solo un treno su cinque circolerà, invitando i britannici a viaggiare solo se assolutamente necessario. Venerdì l’intera rete di trasporti londinese sara’ praticamente ferma e disagi sono previsti per tutto il fine settimana.
Domenica i portuali di Felixstowe, il più grande porto commerciale del Paese, nell’Inghilterra orientale, inizieranno uno sciopero di otto giorni, minacciando di bloccare gran parte del traffico merci del Paese.
Più di 115.000 lavoratori postali britannici hanno in programma quattro giorni di protesta tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, mentre circa 40.000 dipendenti dell’operatore di telecomunicazioni BT proseguiranno il loro primo sciopero in 35 anni.
Ovunque i dipendenti chiedono aumenti salariali in linea con l’inflazione, che nel Regno Unito ha raggiunto il 10,1% a luglio e potrebbe superare il 13% a ottobre, secondo le previsioni della Banca d’Inghilterra.
Il potere d’acquisto viene divorato dagli aumenti dei prezzi a velocità record, il che «dimostra la necessità vitale di difendere il valore dei salari dei lavoratori», ha dichiarato in un comunicato Sharon Graham, segretario generale di Unite, uno dei maggiori sindacati del Paese.