Se l’Europa piange, gli States non ridono. Alla chiusura europea, Wall Street perdeva lo 0,9%. Mentre il petrolio cala, il prezzo del gas ha superato la quotazione di ieri
Giornata nera per le borse: Piazza Affari ha ceduto l’1,96% nel Ftse Mib con banche e risparmio gestito a occupare i posti dei titoli piu’ penalizzati, mentre Madrid e Francoforte hanno perso rispettivamente l’1,2% e l’1,1%.
Sul listino milanese sono le banche a trainare al ribasso il mercato, tra i timori di inflazione e di un nuovo rialzo dei tassi da parte della Fed. Fineco cede il 4,5%, Bper il 4,15%, Banco Bpm il 3,99%, Unicredit il 3,9%, Mediobanca il 3,5% e Intesa Sanpaolo il 3 per cento. Pesante anche Tim (-3,26%) sui timori che le elezioni e il cambio di Governo possano frenare il piano di riassetto del gruppo.
Wall Street accentua le perdite. Il Dow Jones perde lo 0,91% a 33.691,18 punti, il Nasdaq cede il 2,08% a 12.695,54 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,39% a 4.224,25 punti. In controtendenzail balzo di Foot Locker dopo la nomina del nuovo ceo Mary Dillon. Il titolo guadagna il 22% poco dopo l’apertura.
Per quanto riguarda le materie prime, petrolio e gas contrastati, metalli deboli e frumento in lieve rialzo. Scende ai livelli dello scorso 3 marzo il greggio americano (Wti -1,06% a 89,54 dollari al barile) che si attesta sotto quota 90 dollari al barile, mentre il Brent del Mare del Nord (-1,17% a 95,47 dollari al barile) si mantiene ampiamente sotto la soglia dei 100 dollari.
In controtendenza il gas naturale (+1,66% a 245 euro al MWh), ben al di sopra del record di 241 euro segnato ieri in chiusura di seduta, mentre procede la corsa agli stoccaggi per sopperire al calo delle importazioni dalla Russia nel prossimo inverno.
In rialzo anche il prezzo del metano a Londra, dove e’ stata superata la soglia delle 5 sterline, con una richiesta di 523,93 penny per unità termica Mbtu.
Deboli i metalli, dall’oro (-1,13% a 1.750 dollari l’oncia) all’argento (-3,12% a 19,21 dollari l’oncia). In calo dello 0,95% a 680,5 dollari la tonnellata il ferro e dello 0,79% a 3.998 dollari la tonnellata l’acciaio a seguito della minor domanda dalla Cina. In rialzo le quotazioni del grano duro (+0,83% a 822 dollari per unita’ da 5mila staia) e di quello tenero (+0,53% a 753 dollari).