I costi dell’energia e l’indisponibilità di materie prime come il melasso stanno mettendo in ginocchio le aziende produttrici di lievito con pesanti conseguenze anche per gli altri comparti connessi
Le aziende produttrici di lievito stanno affrontando una vera e propria crisi destinata, purtroppo, a perdurare stando alle previsioni sul settore.
Lo conferma Assitol che denuncia la situazione: «la nostra priorità sono le bollette, le nostre aziende sono gasivore – spiega il presidente degli imprenditori del settore Paolo Grechi. – Purtroppo il continuo aumento del prezzo del gas e le attuali incertezze sui futuri approvvigionamenti non soltanto accrescono i costi di produzione, ma rendono problematica la programmazione aziendale».
Oltre al problema energetico che travolge in modo trasversale tutta l’industria, il settore dei lieviti è messo in crisi anche dalla scarsa disponibilità di melasso, un coprodotto della lavorazione dello zucchero insostituibile: è proprio questo ingrediente a “dare vita” al lievito.
Con il blocco dell’import dalla Russia di melasso, il mercato europeo è stato costretto a rinunciare a 250mila tonnellate di questo prodotto.
Ad oggi in Italia esiste un solo zuccherificio in funzione e i maggiori produttori mondiali, Brasile e India, ormai destinano un’importante quota di melasso alla produzione nazionale di bioetanolo.
«L’attuale situazione conferma che il principio del ‘food first’ va difeso fino in fondo, soprattutto per un ingrediente come il lievito, anima del pane ed essenziale per produzioni come pizza, dolci, vino e birra» rilancia Grechi. «È urgente l’intervento delle istituzioni, a Roma come a Bruxelles» conclude Assitol.