
La Bundesbank ritiene altamente probabile che la locomotiva dell’Eurozona si contragga nella seconda metà dell’anno e prevede livelli di inflazione elevati, fino al 10%. Male tutti i bancari
Le borse europee chiudono la prima seduta della settimana in forte ribasso, affossate dalle prospettive di nuove strette monetarie da parte delle principali banche centrali e dal balzo del prezzo del gas. A Piazza Affari il Ftse Mib chiude in calo dell’1,64% a 22.165 punti. Londra cede lo 0,21%, Francoforte il 2,33% e Parigi l’1,80%.
Non solo. L’euro chiude al di sotto della parità con il dollaro, un livello che aveva già raggiunto a metà luglio. La moneta unica viene scambiata a quota 0,9957 (-0,8%) dopo aver toccato un minimo di 0,9955 dollari. La Banca centrale europea ha fissato il tasso di cambio di riferimento dell’euro a 1,0001 dollari.
Dopo le pressioni iniziali, l’euro era riuscito a recuperare verso metà seduta, ma il rialzo non è durato. Le aspettative di un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti più che nell’Eurozona hanno continuato a pesare sulla valuta europea, il cui valore ha risentito anche dell’incertezza sul futuro delle forniture di gas russo.
La Bundesbank ritiene altamente probabile che la locomotiva dell’Eurozona si contragga nella seconda metà dell’anno e prevede livelli di inflazione elevati, fino al 10%, spinti dai costi dell’energia e da altri fattori.
Sul listino milanese le vendite si abbattono su Saipem, sospesa per eccesso di ribasso (-5,5%), Stellantis (-4,8%), Bper (-4,5%), Tim (-4,5%), vicina a rompere la soglia di 0,2 euro ad azione, Mps (-4,6%) che sconta i timori per una difficile ricapitalizzazione.
Male tutto il comparto del credito con Unicredit (-4,4%) e Intesa (-3,5%), giù anche Moncler (-4,4%) e Pirelli (-3,9%). In controtendenza i farmaceutici, le utility e l’Eni (+0,3%) reduce dalla scoperta di un mega giacimento di gas nel Mediterraneo.
Il gas rallenta una corsa che l’ha spinto, in scia all’annunciata chiusura del Nord Stream per tre giorni, a balzare fino a un massimo di 295 euro al megawattora (+20,6%). I future Ttf ad Amsterdam, punto di riferimento per il prezzo del gas in Europa, trattano ora a 265 euro, in rialzo dell’8,4% rispetto alla chiusura di venerdì scorso.
Quotazioni in deciso calo, invece, per i contratti petroliferi. I futures del West Texas Intermediate cedono il 3,31% a 87,45 dollari al barile, mentre il brent perde il 2,98% a 93,84 dollari al barile.
Nel frattempo Wall Street accentua le perdite affossata dai timori di recessione legati alle prospettiva di continui aumenti aggressivi dei tassi da parte della Federal Reserve. Il Dow Jones cede l’1,40% a 33.233,97 punti, il Nasdaq arretra del 2,16% a 12.430,90 punti e l’S&P 500 registra una flessione dell’1,72% a 4.155,58 punti.