Pubblicato il rapporto semestrale dell’istituto svizzero. I Paesi in cui investire sono, ovviamente, Cina e Stati Uniti
Si intitola “Il momento della prudenza” il documento mensile di Credit Suisse e Swiss Universal Bank, nel quale viene tracciata anche la strategia d’investimento globale della banca svizzera.
Si parte dall’analisi dei mercati azionari delle ultime settimane, durante le quali si è assistito a un forte rimbalzo sui mercati azionari, grazie al miglioramento del sentiment degli investitori rispetto a livelli depressi. Il recente rally fa temere agli analisti che gli operatori possano essere troppo fiduciosi, dato che persistono numerosi rischi, sia di natura macroeconomica sia geopolitica.
«Nella nostra ultima riunione dell’Investment Committee – dicono gli analisti – abbiamo quindi deciso di spostare le allocazioni azionarie verso livelli strategici, ossia neutrali». Anche se le azioni potrebbero guadagnare ulteriormente nel breve periodo, gli esperti preferiscono essere prudenti in questo momento.
In particolare, continuano a individuare opportunità nelle obbligazioni in valuta forte dei mercati emergenti, in quanto sia le obbligazioni sovrane che quelle corporate offrono un interessante differenziale di rendimento.
Nell’ambito della loro allocazione azionaria, attualmente neutrale, gli analisti preferiscono i mercati azionari statunitense e cinese. Quello statunitense, a loro avviso, è sostenuto da un quadro degli utili relativamente solido, mentre la preferenza per la Cina è sospinta dalla politica fiscale e monetaria del Paese, che fornisce un sostegno. Mostrano invece una certa cautela sull’Eurozona, in quanto le prospettive economiche sono piuttosto negative e le aspettative sugli utili sono troppo ottimistiche.
A livello settoriale, Credit Suisse continua a prevedere una ottima performance del comparto IT, grazie a utili eccellenti, stabilità dei margini, solida generazione di flussi di cassa e bassa leva finanziaria. Tra i settori difensivi, gli esperti preferiscono il comparto sanitario ai beni di consumo di base.
Il settore dei materiali è particolarmente vulnerabile all’attuale rallentamento della crescita globale e ai crescenti rischi di recessione.